La Grecia ha detto No alla politica usuraia di Merkel & C.

Referendum Grecia, stravince il NO: 61%
Democrazia non può essere ricattata. I greci uniti hannovotato a favore della speranza e della dignità. Vogliamo un accordo sostenibile. Il premier ha sentito Draghi, domani Bce decide su nuova liquidità. Germania, ira Cdu: “Basta fondi”.

draghi bce

Netta vittoria di Tsipras e “dell’Oxi” alle richieste della Troika. Nessuna reazione ufficiale in serata dalle istituzioni europee, ma Germania e Francia fissano l’eurogruppo per martedì. E in Germania il partito della Cancelliera esorta Draghi a chiudere i rubinetti di fronte al “disastro” greco .

La Grecia ha detto no all’austerità e al piano di ex troika e Unione europea. Oltre il 61 per cento degli elettori ha votato contro il programma proposto dai creditori per risolvere la crisi del Paese. Netta vittoria del “no” sul “sì” che si ferma intorno al 40 per cento.

L’affluenza ha raggiunto il 65 per cento (il quorum era del 40%). I sondaggi diffusi dalle tv alla chiusura dei seggi hanno messo subito in evidenza il vantaggio del “no” che era però dato inizialmente solo al 51,5 per cento.

zsiprasHa vinto il “no”, ma ha vinto soprattutto il governo Tsipras che ha deciso di lasciare il tavolo dei negoziati per chiedere il parere degli elettori sulle proposte delle potenze europee. Una scelta da molti considerata azzardata e che ha messo in discussione la tenuta dello stesso esecutivo.

Il premier ha deciso di non commentare il risultato dalla piazza, ma di fare il suo discorso in tv per parlare a tutta la nazione e dare un messaggio d’unità al Paese: “Abbiamo dimostrato”, ha commentato il premier Alexis Tsipras, “che non si può ricattare la democrazia. Ma non è una rottura con l’Ue, domani ricominciamo a lavorare per uscire dalla crisi e per riportare alla normalità il sistema delle banche”. Il ministro delle Finanze si è rivolto direttamente all’Ue: “Ora l’Europa inizi a curare le sue e le nostre ferite”, ha detto apparso in diretta tv in t-shirt. “Il no è un sì alla democrazia e all’Ue del benessere”.

In migliaia di persone si sono radunate nelle piazze di Atene per festeggiare la vittoria. Il partito Syriza ha dato appuntamento davanti alla sede dell’Università ad Atene, là dove aveva festeggiato il risultato delle elezioni di gennaio scorso. Ma il pensiero ora va ai negoziati e alle mosse delle prossime ore per riaprire il tavolo delle trattative.

putin-hollande-merkelIl presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel si vedranno lunedì 6 luglio per parlare del dopo voto: i due hanno chiesto un incontro dell’eurogruppo per martedì 7 luglio e in un colloquio al telefono hanno sottolineato la necessità di “rispettare l’esito del voto”.

Intanto Tsipras, secondo alcune indiscrezioni, ha telefonato ad alcuni leader europei e a Mario Draghi. Nessun commento ufficiale dall’Ue, mentre da Berlino sono arrivati i primi attacchi. “Ora addio al compromesso”, ha detto il vicecancelliere Gabriel. E la Cdu non è stata da meno: “La Bce blocchi i finanziamenti ai greci”.

Il governo greco, a scrutinio ancora in corso, si è affrettato a far sapere che è pronto al dialogo: “Ora siamo pronti a chiudere i negoziati in 48 ore. Ora abbiamo un mandato chiaro del popolo”. La prima preoccupazione in Grecia però riguarda la liquidità finanziaria: negli ultimi sette giorni le banche sono state chiuse e la disponibilità è assicurata solo fino a lunedì sera. Poi tutto dipenderà dalle decisioni del board della Bce che lunedì 7 luglio in mattinata avrà una conference call e deciderà a maggioranza come comportarsi. Intanto il ministro Varoufakis sta incontrando i rappresentanti dei principali istituti finanziari del Paese e secondo alcune indiscrezioni la Banca di Grecia è pronta a presentare una richiesta di aumento di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela alla Banca centrale europea.

merkelTutti gli occhi sono puntati sulla Grecia, ma anche su Bruxelles. La vittoria del fronte del “no” metterà alla prova le scelte politiche dell’Unione europea dei prossimi giorni.  Intanto la stampa tedesca ha rivelato alcuni retroscena secondo cui il presidente della Bundesbank avrebbe avvertito nei giorni scorsi la cancelliera Angela Merkel che l’uscita della Grecia dalla zona euro si tradurrebbe in un buco di diversi miliardi di euro nel bilancio della Germania. In questo scenario, si legge sul quotidiano Handelsblatt, le perdite subite dalla banca sarebbero maggiori delle riserve di 14,4 miliardi di euro accantonate dalla banca.  Il nodo della questione restano i negoziati tra Atene e Bruxelles. L’Ue nei giorni scorsi si era esposta perché i greci votassero a favore del piano e le potenze europee avevano fatto sapere che solo in quel caso sarebbe stato più facile continuare con le trattative. In caso contrario, i rapporti sarebbero ancora più tesi. Il presidente del Consiglio europeo però in un’intervista ieri ha cercato di smorzare i toni: “No a messaggi drammatici“.

I greci uniti hanno votato a favore della speranza e della dignità. Vogliono un accordo sostenibile.

draghiOra il voto è stato espresso e l’esito ha detto che il popolo greco non vuole più accettare regole capestro per la sua pur fragile economia e c’è la ferma volontà di restare nell’eurozona, purchè si trovino soluzioni idonee ed efficaci per rilanciare le economie deboli del Mediterraneo europeo. Secondo il nostro modesto parere si tratta di rivedere tutto l’impianto politico strategico di una Europa solidale e noi vediamo che solo un Draghi lungimirante e politicamente dotato di buon senso può fare uscire da questa situazione di empasse politica, appiattita su strategie di tipo finanziario, che si sono tradotte in un decadimento verticale delle economie più deboli a vantaggio di alcuni stati, che hanno smarrito l’obiettivo principale per cui è nata l’unione europea.

Domani dipenderà proprio dal capo della BCE e le decisioni che verranno adottate nelle prime ore del mattino quando riapriranno i mercati e bisognerà combattere gli speculatori che si lanceranno in azioni spericolate e destabilizzanti per tutta l’eurozona, approfittando della debolezza della politica europea. In bocca al lupo Draghi.

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