Grecia, urne aperte: Sì o No alla politica usuraia in Europa.

In Europa, al di là dell’esito del voto greco, o si torna a parlare di popoli o l’ Europa resterà un sogno che non è supportato dalla real politic. Una Europa usuraia ed egoista è destinata a fallire, mentre un ritorno allo spirito iniziale della solidarietà fra popoli lascia aperta la speranza che l’Eurozona possa continuare ad esistere.

Vincerà la paura o la speranza? Fra poche ore ne sapremo di più.

Vincerà la paura o la speranza?

Le urne sono aperte dalle 6 in Grecia per il referendum che deve decidere se accettare o no il piano capestro di rientro del debito imposto dalla Troika al popolo greco.

grecia referendumSi vota fino alle 19 e gli aventi diritto ad esprimere un sì o un no nel referendum proposto dal governo greco sul piano avanzato dei creditori internazionali sono circa dieci milioni. Si polemizza sui costi di questo referendum: 40 milioni di euro, certamente una cifra significativa per un paese già fortemente indebitato e a rischio di default.

La vigilia del referendum è stata caratterizzata dall’appello di Tsipras ai greci a votare no, in una piazza stracolma dove però non sono mancati incidenti tra frange estremiste anarchiche e polizia e l’accusa di Varoufakxis, ministro dell’Economia, a Fmi e Bce: “Siete terroristi“. Secca la risposta di Schaueble: “Su di voi sono da sempre scettico, non volete cambiare”.

Esercito schierato dalle 19, 2000 poliziotti a protezione delle banche. Il premier greco Alexis Tsipras è nato il 28 luglio del 1974, 4 giorni dopo la caduta del regime fascista dei colonnelli e quindi benchè di estrema sinistra non ha memoria diretta di cosa sia stata una dittatura militare. Ora, secondo il Sunday Times, non si è fatto scrupolo di approvare la proposta delle forze armate (Operazione Nemesis), che prevede lo schieramento delle truppe in strada, al fianco alla polizia in assetto antisomossa, stasera dopo l’esito del voto del referendum nel caso di tumulti. E 2000 poliziotti saranno pronti a proteggere le banche e le istituzioni da eventuali attacchi.

La decisione è stata presa durante la riunione del governo del 26 giugno, poche ore giorni prima che, sorprendendo il mondo intero e soprattutto i suoi creditori e partner dell’Eurozona, Tsipras annunciasse l’odierno referendum.

I correntisti greci devono davvero temere per i loro risparmi? Già bloccati dal congelamento d’emergenza dei depositi e con l’acqua alla gola perché la liquidità nelle banche elleniche durerà al massimo fino a lunedì, i risparmiatori vedono agitarsi lo spettro di un prelievo forzoso sui depositi. Un elemento di tensione in più nella calda vigilia del referendum sul piano proposto dai creditori internazionali ad Atene, intorno al quale si gioca buona parte del futuro del Paese e le cui conseguenze si allargheranno a tutta l’Unione.

Una vigilia scaldata anche dalle parole del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, che ha accusato i creditori internazionali della Grecia di “terrorismo”. “Ciò che Bruxelles e la Troika vogliono oggi è che vinca il ‘sì’ così che possano umiliare i Greci”.

Il ministro delle Finanze ha scritto sul proprio account Twitter che l’articolo “è una calunnia che il direttore dell’associazione delle banche greche ha smentito questa mattina”. “Farebbe parte di una completa ristrutturazione del settore bancario, una volta ripreso il programma di aiuti per la Grecia”, ha detto una delle fonti citate dal Ft. Nel caso della crisi cipriota, alla ristrutturazione delle banche hanno partecipato i c/c sopra i 100mila euro, sotto i quali i depositi sono garantiti; la soglia è d’altra parte quella indicata dalla direttiva Ue che ha rinnovato il fallimento ordinato degli istituti di credito, e il cui recepimento è stato avviato anche in Italia proprio in questi giorni.

Renzi-6752-675x275Renzi invita gli italiani a non temere il coinvolgimento dell’Italia dall’esito del voto greco : 3 o 4 anni fa eravamo il problema insieme alla Grecia, eravamo compagni di sventura, adesso non è più così grazie alle riforme e alla ripartenza dell’economia. Noi siamo dalla parte di quelli che cercano di risolvere il problema, non siamo più il problema” ha detto il premier Matteo Renzi. “Anche i denari messi da parte per la Grecia – ha spiegato – già sono computati nel conto del debito. Quindi, gli italiani non devono avere paura. Certo c’è una questione politica, la situazione è complessa: ma smettiamo di raccontare l’Italia come il malato d’Europa. Non siamo più il malato d’Europa”.

E se lo dice Renzi dobbiamo crederci: Renzi stai sereno, che dopo la Grecia toccherà all’Italia.

Le banche greche. La maggior parte delle banche greche è chiusa da lunedì scorso, con i cittadini che possono prelevare al massimo 60 euro e alcuni sportelli dedicati ai pensionati, la cui fetta di denaro si limita a 120 euro ogni tre giorni. Lo stesso direttore dell’Associazione bancaria, Louka Katseli, ha detto che in cassa c’è solo 1 miliardo: basta fino a lunedì, poi bisognerà vedere se la Bce potrà aumentare o meno la liquidità d’emergenza che pompa verso il sistema finanziario greco. Un altro elemento che serve a mettere paura al popolo greco sul referendum di oggi: dalle 7 alle 19 i greci saranno chiamati alle urne per accettare o rifiutare le proposte di riforma avanzate dai creditori, in cambio di un nuovo piano di aiuti.

I sondaggi. L’incertezza è massima e i sondaggi parlano di un Paese spaccato, nonostante sembra in netta maggioranza la fetta di chi vuol restare nell’euro e da tutte le cancellerie europee sia stato fatto passare il messaggio che il voto di domenica è proprio una scelta tra permanenza nell’Eurozona e uscita.

zsiprasGrecia, Tsipras ha votato: “oggi giorno di democrazia e festa”

“Oggi è un giorno di festa perchè la democrazia è una festa”.

Con queste parole il Premier greco Alexis Tsipras ha salutato la folla che lo aveva accolto all’entrata del seggio aggiungendo che “oggi la democrazia batte la paura”. Prima di votare, Tsipras non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione, poi è apparso più sereno ed ha scherzato con gli scrutatori. Grandi le aspettative per il risultato di questa consultazione. Il Premier ha difatti spiegato che la Grecia sarà una sorta di esempio per tutta l’Europa, sottolineando “da domani apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa”.

Il referendum in Grecia a poche ore dall’esito, giocato sull’onda della paura seminata dalla Germania e dalla speranza, non solo della Grecia ma da tutti quei paesi del mediterraneo, che più di tutti hanno pagato il peso della crisi in questi anni.

In Europa, al di là dell’esito del voto greco, o si torna a parlare di popoli o l’ Europa resterà un sogno che non è supportato dalla real politic. Una Europa usuraia ed egoista è destinata a fallire, mentre un ritorno allo spirito iniziale della solidarietà fra popoli lascia aperta la speranza che l’Eurozona possa continuare ad esistere.

Vincerà la paura o la speranza? Fra poche ore ne sapremo di più.

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