Hotel Rigopiano da 24 ore sotto neve e macerie.

Trenta persone, il personale dell’hotel e i clienti, sono da quasi 24 ore sotto la neve e le macerie. La prima vittima è stata estratta ma i soccorritori lavorano in condizioni difficilissime.

 

Tragedia all’hotel ‘Rigopiano’ a Farindola, sul Gran Sasso, spazzato via da una immensa slavina. Trenta persone, il personale dell’albergo e i clienti, sono da quasi 24 ore sotto la neve e le macerie. Ci sono anche dei bambini coinvolti. La prima vittima è stata estratta ma i soccorritori lavorano in condizioni difficilissime.

Ci sono tanti morti“, secondo il capo del Soccorso alpino abruzzese Antonio Crocetta, che da ieri sera si è messo in marcia insieme agli altri soccorritori sugli sci in quanto le strade di accesso all’albergo erano bloccate da due metri di neve, caduta negli ultimi giorni.

La valanga è immensa“, confermano i soccorritori. Le prime immagini dell’interno dell’hotel trasmesse da Skytg24 mostrano gli spazi comuni distrutti e coperti da cumuli di neve, rami di alberi e macerie.

La situazione è drammatica, l’albergo è stato spazzato via, è rimasto in piedi solo un pezzetto”, hanno riferito i vigili del fuoco.

“Ci sono tonnellate di neve, alberi sradicati e detriti  che hanno sommerso l’area dove si trovava l’albergo”.

“Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri da quella che era la struttura”, ha riferito Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco.

Un superstite: “Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile”, ha riferito ai medici Giampiero Parete, 38 anni. La moglie e i due figli di Parete sono sotto le macerie. “E’ arrivata la valanga – ha detto ancora l’uomo – sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire e ho atteso in auto l’arrivo dei soccorsi”.

L’uomo, residente a Montesilvano (Pescara), è arrivato in stato di ipotermia, ma il quadro clinico non è preoccupante. E’ stato lui ieri a lanciare l’allarme al suo datore di lavoro. Poi la lunga attesa dell’arrivo dei soccorsi, insieme all’altro superstite.

La valanga, di una forza inaudita e immane proporzioni, è venuta giù in un tratto boschivo e ha investito le auto, il bestiame e l’albergo.

Unità cinofile dei vigili del fuoco sono in azione all’hotel Rigopiano, ma al momento non si sente nulla. C’è un’area privilegiata all’interno della struttura alberghiera dove si stanno facendo le ricerche, ma la zona di interesse è molto più ampia, si sviluppa per centinaia di metri, e percorre tutta la massa della valanga.

La slavina ha scavalcato l’albergo coprendo tutti gli edifici e andando oltre. I primi ad arrivare nella notte sono stati gli uomini del soccorso alpino della guardia di Finanza che hanno raggiunto l’albergo con gli sci e le pelli di foca.

Si temono molti morti all’hotel Rigopiano di Farindola, sepolto ieri da una slavina per l’effetto congiunto di Bufere di neve e terremoto.

Trenta le persone considerate disperse, tra turisti e personale, sotto la neve da 24 ore. Al momento è stato estratto il corpo di una prima vittima, ma i primi soccorritori parlano di «molti morti».

La prima vittima, un uomo, è stata estratta ma scavare in quelle condizioni, raccontano i soccorritori, ‘è complicatissimo’.

Per raggiungere il resort a quattro stelle di Farindola, in provincia di Pescara, a quota 1.200 metri, il Soccorso Alpino, il primo ad arrivare alle quattro del mattino, ha dovuto usare gli sci.

Impossibile procedere per i mezzi che si sono trovati la strada sbarrata da altre valanghe e alberi caduti. Molto il lavoro per raggiungere la struttura quasi completamente crollata dopo essere stata investita in pieno dalla slavina.

Le ambulanze e i mezzi sono bloccati a 9 chilometri, sul posto possono arrivare solo i vigili del fuoco con l’elicottero e un mezzo cingolato che può caricare fino a 8 persone.

Hotel Rigopiano

Hotel Rigopiano, le immagini dall'elicottero dei Vigli del Fuoco

Pubblicato da Protezione Civile su Giovedì 19 gennaio 2017

Due persone che erano rimaste fuori dall’hotel sono state tratte in slavo, una è in stato di ipotermia, ma non in pericolo di vita.

 

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