Centrale di cyber spionaggio scoperta e smantellata.

L’indagine della Polizia Postale ha smantellato una centrale che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. Gli hacker sono un ingegnere nucleare e sua sorella.

Nella rete alti funzionari di politica ed economia italiani. Spiato anche comandante GdF e computer di Camera e Senato. Gli arrestati  sono Giulio e Francesca Maria Occhionero, volti noti della finanza capitolina.

Spiavano politici, istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. Una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili è stata scoperta e smantellata dalla polizia.

Tra le persone spiate ci sarebbero anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e il numero uno della Bce Mario Draghi. 

Nella lista degli account ‘hackerati’ ci sarebbero anche quelli di Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Piero Fassino, Ignazio La Russa, Mario Canzio, Saverio Capolupo, Vincenzo Scotti, Walter Ferrara, Alfonso Papa, Paolo Bonaiuti, Maria Vittoria Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone, Vincenzo Fortunato, Paolo Poletti.

I due arrestati avevano costruito un database con un elenco di 18.327 username, di cui 1.793 corredate da password e catalogate in 122 diverse categorie, dalla politica agli affari, oppure indicate attraverso le iniziali di nomi e cognomi.
L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto dei fratelli Giulio e Francesca Occhioscuro.

Lui è un ingegnere nucleare e insieme alla sorella sono residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell’alta finanza capitolina; ai due vengono adesso contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.

Gli arrestati gestivano una rete di computer infettati

Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato ‘Eyepyramid’ – che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.

La sigla ‘Pobu’, Politicians Business, indicava la ‘cartella’ in cui venivano catalogati tutti i politici scelti come target e spiati in questi anni mentre ‘Bros‘ (fratelli), era invece la sigla della cartella in cui sono stati piazzati tutti gli appartenenti ad una loggia massonica.

L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail: indirizzata all’amministratore di rilievo di un’infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid.

Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime.

Tra i portali oggetto dell’attività dei due anche quello della Banca d’Italia, della Camera e del Senato. 

Risultano “compromessi” pure due computer in uso ai collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi, dal 2007 presidente del Pontificio Consiglio della cultura, della Pontificia Commissione di archeologia sacra e del consiglio di coordinamento tra accademie pontificie.

L’organizzazione aveva immagazzinato le informazioni trafugate in alcuni server sequestrati in Usa.

Lascia un commento