12 grillini ridanno dignità alle istituzioni. Grillo non gridi al tradimento.

Pietro Grasso

 “Grillo sei stato bravo, ma adesso lascia fare a loro”, cosi dicevamo in altro articolo a Grillo volendo sottolineare che l’opera di demolizione delle resistenze dei vecchi partiti era compiuta (se questo era ed è il suo obiettivo) e che era arrivato il momento delle risposte da dare subito ai tanti elettori che sotto i palchi Gli chiedevano aiuto per le tante precarietà in cui tanti cittadini sono precipitati in venti anni di Berlusconismo e di una  politica , che ha privilegiato i forti e affossato gli ultimi. Ha ascoltato queste istanze Grillo o ha fatto finta di ascoltare (come hanno fatto per anni gli altri)?. Oggi il popolo pretende le risposte, giuste e immediate, ed è per questo che oggi il suo stesso popolo gli chiede responsabilità. Diversamente dobbiamo pensare che il suo obiettivo recondito è altro.

Finalmente abbiamo sentita una analisi del voto fatta da Bersani e nelle sue parole leggiamo voglia di cambiamento e molta autocritica : “Apriamo questi lavori nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali, delle prerogative del Capo dello Stato”. “Sentiamo il dovere politico di pronunciarci con semplicita’ e chiarezza davanti all’opinione pubblica e di rendere esplicito il nostro orientamento”, “Sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve”.

Laura Boldrini

Il Pd non sta “corteggiando” M5S ma cerca di “capire quello che si muove nel profondo”. “In Italia questo movimento di disagio verso la politica si esprime non solo nel voto a 5 Stelle, non solo nella cresciuta astensione: saremmo miopi se non vedessimo che anche al di là del voto c’è un disagio ampiamente trasversale. Non banalizziamo come quei commentatori che da vent’anni spiegano il verbo senza mai un anno sabbatico: qui non si sta corteggiando Grillo, si sta cercando di capire quello che muove nel profondo, si sta cercando di bucare il muro dell’ autoreferenzialità del sistema, perché qui è in gioco il sistema“.

 “L’idea che non ci fosse l’avversario ci ha danneggiato. Ha messo in liberta’ dei voti, ma che sia colpa nostra discutiamone“, “Anche noi siamo stati vittime di questo coro”. Detto questo, “la cosiddetta rimonta non e’ un reale recupero di consenso, ma deriva dal mancato verificarsi della totale disfatta annunciata”, “Scelta civica non e’ in grado di dare un contributo decisivo alla governabilita‘ a dispetto della presunta centralita’ con cui il sistema ci chiedeva di fare i conti”. “Il quadro politico uscito dalle elezioni rischia di non innescare un momento di recupero. Dobbiamo dare il segno che dopo le elezioni si cambi qualcosa, dobbiamo dirlo senza balbettare o partecipare al balletto delle ipotesi. Dobbiamo dare un messaggio lineare e chiaro”. “Ora che siamo al che fare, dobbiamo sapere che si apre un bivio non solo per le prossime settimane. Siamo in una crisi che non finisce domattina, sara’ ancora lunga, le scelte che dobbiamo fare devono avere la generosita’ di seminare per il futuro”.  “i dati del voto parlano un linguaggio drammatico ma chiaro: c’e’ una sofferenza sociale acuta nella base tradizionale del Pd, la sofferenza sociale e la percezione di inutilita’ della politica ci fanno percepire come omologati all’insufficienza della politica, queste dinamiche non solo non hanno avuto lenimento ma si sono accentuate per la partecipazione al governo Monti”. “Non siamo stati sentiti come elemento di spinta al cambiamento – ha detto Bersani – che deve essere rinnovamento della politica come pregiudiziale e soluzione della crisi sociale. Dovevamo mettere piu’ determinazione nel differenziarci su questo, perfino una determinazione ultimativa”. Pier Luigi Bersani ha ribadito l’intenzione di presentarsi in parlamento a cercare una maggioranza. “E’ inutile cercare accordi politici o diplomazie fuori dal parlamento. Noi parliamo al paese, gli altri parlino altrettanto chiaramente”, ha spiegato alla direzione del Pd. “Siamo pronti a proporre un governo di cambiamento sulla base di un programma essenziale”.

Pier Luigi Bersani 01

Pier Luigi Bersani ha rivendicato il diritto del centrosinistra di fare una proposta di governo. “Il risultato nostro inferiore alle aspettative non assicura governabilita’, ma il risultato e’ anche in relazione alla governabilita’ che una legge da’ con due meccanismi elettorali e si capira’ meglio chi non l’ha voluta cambiare”, ha premesso il segretario del Pd nella sua relazione alla direzione del Pd. Come centrosinistra “non siamo in condizione di dare una certezza di governabilita’”, ha insistito, ma “abbiamo la responsabilta’ di avere noi una proposta per il Paese. Mai il partito di centrosinistra aveva avuto rappresentanze parlamentari cosi’ ampie”. Dunque “non sfuggiamo alla nostra responsabilita’ e dobbiamo rivendicarla”, ha sottolineato, partendo pero’ dal principio che “non puo’ esistere responsabilita’ senza cambiamento”. “Chi ha avuto il consenso di 8 milioni di persone e ha scelto la via parlamentare deve dire cosa vuole fare di questi voti”.  “Cinque stelle aspetta il facile bersaglio di un accordo di palazzo contro cui sparare a palle incatenate? Spera che noi si stia fermi e muti? Se e’ cosi’ sbaglia i conti. Ci rivolgeremo al nuovo parlamento con assunzione di responsabilita’”.

A noi non fa paura la campagna elettorale, ma fa paura agli italiani, agli imprenditori, agli artigiani, ai commercianti e ai lavoratori.

Questo Bersani ieri ai suoi oggi si è presentato all’apertura delle Camere con due proposte, per Camera e Senato, Boldrini e Grasso, dando segno inequivoco della sua svolta a U, prima ai suoi e poi agli altri indistintamente, chiamando tutti al senso di responsabilità: ha rotto l’incantesimo e ha rotto col passato sbattendo la porta e tagliando le redini ad un morso, che lo hanno tenuto imbrigliato in campagna elettorale. Presentare due outsider alla Presidenza di Camera e Senato ha rotto i precari equilibri interni ma gli hanno ridato vigore da leader vero, e riuscendo a dare sostanza e credibiltà alla sua voglia di cambiamento. La Presidenza alla Camera alla Boldrini e la Presidenza al Senato a Grasso sono un successo personale di Bersani, che adesso dovrà dare vita a un nuovo governo con un percorso stretto e tortuoso.Ma questa sarà oggetto di un’altra storia.

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