Usa bombardano una base aerea in Siria, Putin furioso.

Gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili Tomahawk contro la base aerea lealista di Shayrat, in Siria, dove gli americani ritengono che sia partito l’attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib. I raid sono nel “vitale interesse della sicurezza nazionale” ha detto il presidente americano, Donald Trump.

Cosa ha detto Trump all’America

“Questa notte ho ordinato un raid militare mirato perché ogni precedente tentativo di cambiare l’atteggiamento del presidente siriano Bashar al-Assad è drammaticamente fallito”.

“La crisi dei rifugiati continua ad aggravarsi e la regione a destabilizzarsi, minacciando gli Stati Uniti e i suoi alleati”.

“Quando l’America si schiera dalla parte della giustizia alla fine pace e armonia prevalgono”. 

I missili sono stati lanciati da due navi americane di stanza nel Mediterraneo orientale: la Uss Porter e della Uss Ross.

Il raid americano è scattato quando in Siria erano le 4.40 del mattino.

L’attacco ha quasi completamente distrutto la base di Al Shayrat. “La pista, il deposito di carburante e la difesa aerea sono stati polverizzati”, ha riferito il direttore Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman.

Quattro militari sono morti e tra questi un generale di brigata dell’aeronautica.

La Russia era stata preventivamente avvertita del raid americano sulla Siria, ha riferito il Pentagono: “I pianificatori militari statunitensi hanno preso ogni precauzione per minimizzare i rischi per i russi o per personale siriano alla base”.

Le reazione al raid

 La tv di stato siriana ha parlato di: “ un’aggressione terribile e ingiustificata”.

Il Cremlino ha precisato che si è trattato di “un’aggressione contro uno Stato sovrano che danneggerà in modo considerevole i rapporti tra Russia e Stati Uniti” .

Mentre il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che :”Israele appoggia pienamente la decisione del presidente Trump e auspica che questo messaggio di fermezza di fronte alle orribili azioni del regime di Assad risuoni non solo a Damasco ma anche a Teheran, a Pyongyang e altrove“.

 

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