Tra Russia e Turchia è ancora gelo.Continua tra Mosca e Ankara la guerra di parole.
Il presidente Usa ha invitato Russia e Turchia a ridurre le tensioni. Ma fra Mosca e Ankara è ancora gelo e guerra di dichiarazioni. Obama incontra Erdogan: «Ora concentrarsi su Isis»
Ci prova anche Barack Obama a mediare fra Russia e Turchia, ma la tensione rimane altissima. Il presidente Usa ha incontrato stamattina, a Parigi, Erdogan invitando tutti a concentrarsi «sul comune nemico Isis». «Abbiamo parlato del modo in cui la Turchia e la Russia potrebbero lavorare per ridurre le tensioni», ha detto Obama «abbiamo tutti un nemico comune che è l’esercito islamico, e voglio essere sicuro che ci concentriamo su questa minaccia». Obama ha ribadito di «sostenere il diritto della Turchia a difendersi. Gli Stati Uniti – ha aggiunto – sono molto impegnati per la sicurezza e la sovranità della Turchia e vogliono garantire che la Turchia sia sicura». «Vogliamo evitare tensioni- ha poi ribadito il presidente turco- il nostro obiettivo è la pace».
Da Mosca però non arretrano di un passo e dopo le dichiarazioni di fuoco di ieri, arrivano nuove sanzioni economiche. Il Cremilino bloccherà dal primo gennaio l’importazione dalla Turchia di frutta e verdura, sale, pollame e altri prodotti. Stop anche ai voli charter. Le sanzioni contro la Turchia non congelano però il progetto per il gasdotto Turkish Stream e quello, da 20 miliardi di dollari, per la centrale nucleare di Akkuiu. Escluse anche misure restrittive nel settore energetico, ma bastano le sanzioni già decise dal Cremilino per spingere il debito pubblico turco verso quota 5 miliardi.
Tra Mosca e Ankara è dunque gelo. «La Russia – ha tuonato ieri il presidente russo Vladimir Putin – ha motivo di sospettare che il Su-24 sia stato abbattuto per assicurare forniture illegali di petrolio dall’Isis alla Turchia», il duro atttacco. «Abbiamo ricevuto informazioni che confermano che il petrolio proveniente dalle zone controllate dall’Isis viene consegnato in Turchia su scala industriale», ha aggiunto Putin. «Se questo tipo di dichiarazioni fossero confermate, sarei pronto a dimettermi- ha replicato Recep Tayyip Erdogan-. È immorale accusare la Turchia di comprare il petrolio dall’Isis. Se ci sono i documenti, devono mostrarli, vediamoli. Se questo viene dimostrato, io non rimarrò nel mio incarico. E lo dico a Putin: lui manterrà il suo incarico?».
Intanto nel pomeriggio una violenta esplosione è avvenuta nei pressi della metro di Instanbul, a Bayrampasa, vicino alla stazione centrale degli autobus. I media turchi riferiscono di feriti, almeno 6 secondo il canale Ntv. Secondo Haberturk Tv, ci sarebbe anche una vittima. Sulle cause è però ancora giallo. Secondo fonti della sicurezza turca citate dall’agenzia di stampa Dogan e da Cnn Turk, l’esplosione sarebbe stata provocata da un ordigno artigianale ma ancora non si hanno certezze. Una ulteriore conferma arriva però Atilla Aydiner, sindaco della municipalità del distretto di Bayrampasa, che parla apertamente di “bomba”. Bloccati i collegamenti della metropolitana, e tutta la zona è rimasta senza luce.