È ancora alta tensione tra Russia e Turchia dopo che ieri un caccia russo è stato abbattuto da due F16 dell’esercito di Ankara, lungo il confine con la Siria.
Il governo di Erdogan sostiene che sia stato sconfinato lo spazio aereo «per almeno 17 secondi», Putin invece nega e, furioso, minaccia «gravi conseguenze» per quella che ha definito una pugnalata alla schiena da parte di «complici dei terroristi».
Per Mosca, infatti, si tratta di «una pericolosa escalation dei rapporti Russia-Nato, che non può essere giustificata con alcun interesse, compresa la protezione dei confini», come sottolinea il premier russo Dmitrij Medvedev, che aggiunge: «La Turchia ha dimostrato ora con le sue azioni di proteggere i militanti dell’Isis». Le «sconsiderate azioni criminali delle autorità turche che hanno abbattuto l’aereo russo», ha continuato, porteranno a creare un’ulteriore distanza tra Mosca e la Nato. «Abbiamo seri dubbi che l’abbattimento del jet russo sia stato un atto colposo, sembra molto una provocazione premeditata» ha poi rilanciato il ministro degli esteri Serghiei Lavrov, mentre l’incrociatore russo Moskva avanza verso la costa di Latakia e si cominciano a muovere anche i sistemi di difesa anti missilistica S-400 che saranno trasportati alla base militare russa di Khmeimim.
E dopo le dichiarazioni di ieri, Putin è tornato a parlare con parole di fuoco. Il numero uno del Cremilino, parlando alla stampa russa, non ha escluso nuovi incidenti con la Turchia, promettendo che la Russia non starà a guardare. «Dopo quello che è successo ieri – ha ribadito– non possiamo escludere altri incidenti e se si verificheranno, noi reagiremo in un modo o nell’altro. I nostri cittadini che si trovano in Turchia possono correre un grave rischio».
Dalla parte della Turchia si schiera Obama, che ha chiamato il presidente Erdogan, sottolineando il diritto della Turchia a difendersi, ma invitando a evitare escalation. Una linea condivisa anche dal presidente turco. «Non abbiamo alcuna intenzione di aggravare la crisi nata con l’incidente . La nostra unica intenzione è quella di difendere la nostra sicurezza e i diritti dei nostri fratelli». «La Turchia non ha mai favorito situazioni di tensione e contrasto, al contrario ha sempre cercato di dare vita a pace e dialogo. Nessuno si aspetti però che la Turchia rimanga in silenzio se viene violata la sicurezza dei suoi confini e della sua sovranità».
Intanto le forze russe hanno effettuato diversi bombardamenti nell’area occupata dai ribelli siriani nella provincia di Latakia, la stessa dove è precipitato il caccia. La zona è stata colpita anche da missili sparati dalle navi da guerra russe presenti nel Mediterraneo, oltre che da un pesante bombardamento di artiglieria.