Approvata la nuova legge elettorale resta la frattura dentro al Pd, e la Lega lavora al quesito abrogativo. Ecco come voteremo con le nuove norme
All’indomani dell’approvazione dell’Italicum, restano sul tavolo le macerie di uno scontro senza più acceso all’interno del Partito Democratico, le promesse dell’opposizione di continuare la lotta attraverso un referendum e gli appelli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a non firmare la nuova legge elettorale. Tensioni che, dopo l’approvazione blindata attraverso la fiducia e l’Aventino delle opposizioni, rischiano di allungarsi sulla vita dell’esecutivo e sui futuri provvedimenti che arriveranno in aula. A partire dalla Riforma Costituzionale.
«Nel Pd dobbiamo ascoltarci, stare insieme, cercare di condividere, cercare punti di compromesso come abbiamo fatto sulla legge elettorale. Ma il giorno dopo aver fatto un compromesso non è che se ne trova un altro: a un certo punto si decide», ha commentato il premier Matteo Renzi durante un incontro elettorale a Bolzano. «La legge elettorale non è importante solo in quanto tale, ma perché permette di sapere chi vince le elezioni e dà a chi vince il compito e la responsabilità di governare, non continuare a chiacchierare ma fare le cose – ha proseguito – Ci siamo stancati di chi continua a parlare e non mantiene le promesse». E alla platea dove qualcuno urlava contro i “dissidenti” Dem per una loro fuoriuscita dal partito, Renzi ha risposto cercando di placare gli animi: «Noi siamo per tenere tutti dentro».
Un proposito che si scontra con un dissenso interno diventato più ampio ad ogni votazione di fiducia (alla fine sono stati circa 60 i deputati Pd che non hanno votato la fiducia) e con toni sempre più accesi. «Il dissenso – ha detto Pier Luigi Bersani dopo il voto – è stato abbastanza ampio. Ora cosa fatta capo A…ma il dato politico sia sull’approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante». «C’è un problema politico insormontabile. Ora si aprono due strade: o ci sarà un atteggiamento determinato e compatto della minoranza del Pd, oppure questo governo non potrà più essere sostenuto, e quindi non si potrà più fare parte della maggioranza – ha commentato Pippo Civati – Per essere più chiari, non sono mai stato così vicino a lasciare il Pd. Ora i nodi sono arrivati al pettine: nel Pd ormai si è rotto tutto».
Intanto la Lega nord ha già pronta la proposta per un referendum parzialmente abrogativo dell’Italicum, una iniziativa che potrebbe essere sostenuta anche dal resto delle opposizioni e dalla minoranza del Pd.
Il vice presidente del Senato Roberto Calderoli ha spiegato infatti che il testo prevede l’abrogazione dei 100 capilista bloccati, le pluricandidature e il ballottaggio (se una lista supera il 40 per cento ha il premio di maggioranza, altrimenti scatta il proporzionale).
A chi gli chiedeva un giudizio sulla nuova legge elettorale, il “padre” del Porcellum ha risposto: «Far di peggio era impossibile ma ci sono riusciti». «Ci vuole un bel pelo a firmarlo ma se Mattarella lo fa, lo faccia il prima possibile, perché il rischio è di andare a settembre e che scadano i termini per la presentazione del referendum».
E a Mattarella si sono rivolte anche le aspettative del Movimento 5 Stelle che ha chiesto al presidente di non firmare la legge elettorale. «Da cittadini che rappresentano altri cittadini le chiediamo di non firmare, perché l’Italicum porta con sè gli stessi principi di incostituzionalità che portava con sè il Porcellum – ha chiesto in aula il deputato grillino Danilo Toninelli – Le chiediamo coraggio, una scelta molto coraggiosa che serve per la nostra libertà e per il bene del Paese. Questa legge è oscena».
La nuova legge elettorale entrerà in vigore dal luglio 2016 e prevede un premio di maggioranza alla lista che supera il 40% dei voti o il ballottaggio tra i due partiti più votati se nessuno supera quella soglia al primo turno. E poi sbarramento al 3% e capilista bloccati. Sono queste le principali novità dell’Italicum. Eccolo, in pillole:
IN VIGORE DAL LUGLIO 2016: La legge vale solo per la Camera ed entrerà in vigore solo nel luglio 2016, data in cui si pensa che sia stata approvata la riforma costituzionale, che prevede un Senato non più elettivo.
PREMIO MAGGIORANZA: l’Italicum assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l’assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voti.
BALLOTTAGGIO: si svolgerà 15 giorni dopo il primo turno nel caso nessun partito superi il 40%, non è prevista alcuna soglia minima di partecipazione e non sono concessi apparentamenti dell’ultimo minuto.
SBARRAMENTO AL 3%: entrano alla Camera tutti i partiti che abbiano superato il 3%.
100 COLLEGI: l’assegnazione dei seggi della Camera avviene proiettando le percentuali dei partiti ottenuti a livello nazionale su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati.
PREFERENZE E CAPILISTA: Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato (in pratica è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre le preferenze valgono solo per gli altri candidati.
VOTO DI GENERE: sono possibili due preferenze, purché la seconda sia di genere diverso dalla prima.
ALTERNANZA UOMO-DONNA: le liste devono esser composte in modo da alternare un uomo ad una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione (Regione)i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale.
MULTICANDIDATURE: È possibile che un candidato si presenti in più collegi,fino ad un massimo di 10.
SCHEDA: La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze.
TRENTINO ALTO ADIGE / VALLE D’AOSTA: In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si vota con i collegi uninominali, come era previsto dal Mattarellum.
ERASMUS: potranno votare per corrispondenza i cittadini italiani che sono all’estero per almeno tre mesi o per motivi di studio (ad esempio l’Erasmus), per lavoro o per cure mediche.