Coronavirus: il Sud combatte il virus su due fronti: nuovi contagi e povertà.

Da un lato il numero dei contagi da tenere sotto controllo, dall’altro la forte crisi economica e l’emergenza povertà.

Il Sud, da settimane in trincea per cercare di contenere gli effetti del coronavirus, entra in quelli che gli esperti considerano i “giorni decisivi” sul fronte del contenimento e della lotta alla pandemia.

I numeri dei contagi sono in aumento, ma per fortuna ad oggi non hanno fatto scattare un vero e proprio allarme. E questo ha consentito, e consente, alle diverse Regioni di potenziare la risposta sanitaria al Covid-19.

I posti in terapia intensiva aumentano, nonostante i limiti delle risorse finanziarie a disposizione e la scarsa disponibilità di macchinari e altri mezzi, e quindi con numeri diversi, ma con lo stesso straordinario impegno di medici e personale sanitario, da regione a regione.

Campania

Stiamo lavorando al massimo – sottolinea il presidente della Campania, Vincenzo De Luca per evitare che esploda il contagio, ma dal Governo ci aspettiamo maggiori contributi”.

Per quanto riguarda l’allarme povertà, invece, De Luca evidenzia che “è indispensabile aggiungere da subito misure di sostegno alle famiglie, di aiuto ai singoli cittadini in difficoltà, e a quei settori su cui il prolungarsi della crisi pesa in maniera drammatica.

In alcuni casi si tratta di garantire il pane alla povera gente. Ho dato mandato agli uffici finanziari di fare uno sforzo per individuare, nelle pieghe del bilancio, tutte le risorse liberabili, fino all’ultimo euro, per impegnarle in tempi immediati.

E’ evidente che siamo chiamati tutti a un impegno senza precedenti. Siamo sicuri che di fronte alle esigenze di dare risposte, si potrà mettere in campo un impegno unitario, oltre ogni distinzione e ogni interesse particolare, per dare semplicemente una mano a chi oggi ci domanda un aiuto”.

Sicilia

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dopo aver evidenziato nei giorni scorsi che “siamo in guerra e spesso ci troviamo a combattere con le fionde“, oggi evidenzia che “l’epidemia economica è arrivata prima del picco di quella sanitaria.

Fortunatamente finora non ci sono state azioni di violenza, tranne quell’episodio al supermercato di Palermo.

Due settimane di lockdown – secondo il governatore dell’isola – hanno messo in sofferenza una società composta anche di lavoratori precari che la mattina escono di casa per guadagnare 30 o 40 euro.

La Regione Sicilia ha stanziato 100 milioni di euro per l’assistenza alimentare ed è bene che il Governo abbia adottato altri provvedimenti simili”.

Calabria

Dal canto suo, la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha detto che “Noi, come tutto il Sud, siamo in una situazione molto diversa dal Nord, cioè da noi stanno cominciando ad aumentare i numeri soprattutto adesso sta scoppiando il tema delle Rsa e delle case per gli anziani.

Ho dovuto chiudere fino ad ora dodici comuni in zona rossa per cercare di contenere il contagio, laddove i numeri cominciavano ad essere preoccupanti.

Tre giorni fa ho anche fatto un’ordinanza per imporre misure come i tamponi a tutti gli operatori sanitari delle Rsa e degli ospedali.

Noi – ha aggiunto dipendiamo soprattutto dal Governo per quanto riguarda i dispositivi, ma continuano ad arrivarne pochi.

Ho lanciato più volte allarmi soprattutto sulle tute per mettere in salvaguardia e gli operatori e ancora di più sui ventilatori.

Per attrezzare la terapia intensiva noi abbiamo 90 posti già predisposti e aspettiamo che il Governo ci mandi i ventilatori, ma continuano a non arrivare”.

In merito al disagio sociale, Santelli ha sottolineato che “bisogna evitare che l’allarme arrivi al punto di scatenare la rabbia”.

Intanto, sulle misure adottate dal Governo per affrontare le difficoltà quotidiane delle famiglie, in particolare al Sud, non mancano le critiche di sindaci ed amministratori.

E proprio oggi la Coldiretti ha reso nota un’analisi sull’emergenza alimentare in Italia.

“Le maggiori difficoltà – spiega l’organizzazione agricola – si registrano nel Mezzogiorno.

Oltre 530 mila persone che hanno bisogno di aiuto, per la spesa alimentare, si trovano in Campania.

364 mila in Sicilia e quasi 283 mila in Calabria, “.

Un’emergenza nell’emergenza, da affrontare prima che, soprattutto nelle zone economicamente più deboli del Paese, si trasformi in rabbia sociale.

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