Vittorio Colao parla della Fase 2.

Un’apertura a ondate permette di testare il sistema, ma andranno sempre monitorati andamento dell’epidemia, tenuta del sistema ospedaliero, disponibilità dei dispositivi protettivi.

Vittorio Colao parla della Fase 2.

Vittorio Colao, capo della task force, parla della Fase 2.Lo sottolinea Vittorio Colao, capo della task force per la Fase 2, intervistato dal Corriere della Sera in vista dell’appuntamento chiave del 4 maggio.

Il manager parla di “tre precondizioni” da monitorare:

  • Il controllo giornaliero dell’andamento dell’epidemia.
  • La tenuta del sistema ospedaliero, non solo le terapie intensive, anche i posti-letto Covid.
  • La disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di protezione.

Dal 4 maggio si rimettono al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli ed è una base per poter fare una riapertura progressiva e completa.

Sarà un test importante. Dipenderà dai buoni comportamenti.

Un’apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema.

In caso di nuovi focolai servirà un approccio non nazionale, né regionale, ma “microgeografico” di contenimento e chiusura.

Occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile.

Importante è che le misure siano tempestive; nella speranza che non siano necessarie.

Vittorio Colao parla della Fase 2.

 

Anche la App individuata a garanzia del controllo circa l’espansione del virus “potrà servire se arriva in fretta, e se viene scaricata dalla grande maggioranza degli italiani, per cui è importante lanciarla entro la fine di maggio; se quest’estate l’avremo tutti o quasi, bene; altrimenti servirà a poco.

Quanto ai timori circa un’intrusione nella privacy individuale e collettiva del Paese, Colao assicura che non è così e che non è stato scelto il sistema centralizzato, che manteneva l’identità di tutti i contatti mentre è stata scelta l’altra soluzione, quella Apple-Google in cui  i contatti stanno solo sui telefonini delle persone.

La App farà sì che quando si scopre di essere contagiati, “sono io che metto dentro un codice, che rilascia una serie di codici alle persone con cui sono entrato in contatto.

Tutto avviene in modo anonimo: l’individuo viene informato dal sistema, ma il sistema non sa chi sono i due; la privacy dei due individui è mantenuta.

Nessuno conosce l’altro. Il sistema sanitario locale se vorrà potrà disegnare l’App in modo da contattare i cittadini, ma in trasparenza.

Circa le misure di rilancio economico, Colao dichiara che “siamo all’inizio” ma “abbiamo l’opportunità di fare in ognuno di questi campi cose che avrebbero richiesto molto più tempo”.

Ogni crisi è occasione per rilanciare tutto il sistema Italia.

Il Paese infatti ha colto l’occasione per imparare a usare le nuove tecnologie, i nuovi strumenti per comunicare.

Dobbiamo ammodernare i modelli commerciali delle nostre imprese.

Aumentare la partecipazione femminile al lavoro, sostenendo al contempo la natalità, aiutando le madri che lavorano.

 

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