Bersani, Grillo e il malato immaginario.

Chi ci capisce è bravo: abbiamo già votato o stiamo per votare?  Lo Stato italiano è una democrazia o no? In democrazia il confronto non dovrebbe essere il sale?

Beppe Grillo 2013

Nulla di chiaro. Solo tanta confusione.

Il pallone è mio e decido Io chi gioca e come si gioca se no me ne vado? Così negli anni 50 del secolo scorso i bambini capricciosi e possessori del pallone imponevano agli altri bambini, figli di nessuno (il popolino). La democrazia presa a calci nel sedere proprio a cominciare da Beppe Grillo e da Casaleggio (due non eletti ma padroni del pallone), che attraverso il web volevano percorrere la strada della democrazia diretta e della rappresentanza scelta a partire dal basso, con criteri di onestà a discapito delle competenze sulla cosa pubblica.

Beppe Grillo. Il suo successo è dipeso essenzialmente da tre fattori: l’utilizzo della democrazia diretta con il web, il disprezzo della casta e l’elogio dell’onestà (a volte a discapito della competenza) come qualità di partecipazione alla vita pubblica. Osservando, però, come si stanno svolgendo le cose,  notiamo che il consenso ottenuto dal comico genovese ha diversi punti deboli. A partire dalla democrazia diretta. Come fa a funzionare in uno Stato nazionale? Ci chiediamo. Troppo complesse le questioni da affrontare, nei contenuti e nei modi. Come nella decisione più importante che il M5S deve prendere. Ovvero appoggiare o meno la proposta di Bersani. Beh, adesso voteranno sul web . Come per il referendum sull’euro (e qui ci chiediamo come farebbe chiunque, a digiuno di economia, a dare un giudizio basato solo sull’emotività su una cosa così complessa).

Invece niente. Grillo e Casaleggio hanno già detto no. Anzi, sia uno sia l’altro hanno minacciato di andarsene in caso di alleanza con il Pd.

A che serve, allora, sbandierare la web-democracy se poi alla resa dei conti non la si usa? Altro che leader della democrazia! Per noi il Grillo Parlante sarebbe solo uno che dice una cosa e poi ne fa l’esatto contrario.

Per non parlare della competenza. Dopo aver sbandierato, per mesi, che quello che contava era l’onestà, perché le presunte preparazioni dei politici precedenti ci hanno portato alla rovina, oggi Grillo cambia idea. Sul suo blog compare un annuncio in cui il Movimento cerca laureati, con determinate competenze, per specifiche mansioni in parlamento. Ma come? Ci chiediamo. Non doveva affidare il ministero delle finanze a una mamma di tre figli perché era capace di far quadrare un bilancio? Insomma,   strabuzziamo gli occhi senza più capire chi deve occuparsi della cosa pubblica. Gli onestiI competenti? Grillo e Casaleggio che dettano la linea senza neanche essere stati votati?  Niente, nebbia più totale.

Pier Luigi BersaniIn casa PD Bersani rimane convinto di fare il suo giro nella Giostra e sciorina i suoi 8 punti per fare chiarezza su quello che intende fare ed è alla ricerca di fiducia sulle cose in Parlamento, ma il suo sguardo sembra rivolto solo da un lato (Grillo) prendendo randellate dallo stesso con i suoi no  e non riesce ad avere sponda nemmeno all’interno dei suoi, che già intravedono in Renzi la soluzione  al post-Bersani. Insomma anche qui più confusione che altro. Altro che giro sulla Giostra i suoi lo hanno messo sul Girarrosto. 

Silvio Berlusconi

E adesso andiamo al Malato immaginario di Berlusconi, che fra una congiuntivite e un cardiopalmo, sta mettendo a dura prova la Boccassini, che intende inchiodarlo al più presto alle sue responsabilità nei diversi processi in cui è implicato a Milano. I suoi fra sorrisi e smargiassate sono occupati a sit-in al palazzo di giustizia e visite al malato in ospedale, al capezzale di un PDL in coma farmaceutico aspettando che la situazione si stabilizzi. Tutti aspettano. Ma che cosa? E mentre il medico studia il malato (Paese) se ne và.

Siamo al momento delle responsabilità e tutti vogliono fuggire.

La Paura attanaglia il Paese per la situazione dell’economia reale, e Loro hanno paura: lo avevamo già affermato in un precedente articolo in questo stesso blog prima del voto, e adesso a più di quindici giorni dal risultato elettorale ne prendiamo atto; e mentre si espletano gli adempimenti burocratici per riaprire le camere del nostro Parlamento leggiamo nei volti dei nuovi e vecchi parlamentari la Paura, la confusione dei ruoli, la responsabilità che non c’è…e continuiamo a chiamarla democrazia.

 

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