Tir-rore a Berlino, italiana fra le vittime.

Tir-rore a Berlino, italiana fra le vittime.

Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all’estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del tir-rorismo.

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, ha confermato che tra le vittime dell’attacco di Berlino c’è l’italiana Fabrizia di Lorenzo.

La magistratura tedesca, esaurite le verifiche necessarie, ha comunicato al Ministero degli esteri tedesco che, la cittadina italiana Fabrizia di Lorenzo, data per dispersa nei giorni scorsi, purtroppo è fra le vittime.
Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all’estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del tir-rorismo.

Intanto è caccia al 24enne tunisino ritenuto responsabile dell’attentato che ha colpito il mercato di Natale a Berlino, facendo 12 morti e 48 feriti.

Secondo le indiscrezioni, alcune fonti vicine alla polizia avrebbero rivelato che l’attacco sarebbe stato “pianificato per mesi”.

L’attività investigativa procede in tutta la Germania con diversi blitz della polizia e delle forze speciali, uno nel campo profughi di Emmerich, in Nord Reno-Westfalia, in alcuni appartamenti di Dortmund e, nella notte, a Berlino, dove sono stati perquisiti tre appartamenti nei quartieri di Kreuzberg, Moabit e Prenzlauer Berg.

Le impronte di Anis Amri sono state rinvenute dalla polizia sulla portiera del tir – lato guidatore – utilizzato per la strage.

In seguito all’attentato rivendicato dall’Isis, contro Amri è stato emesso un mandato di cattura in tutta Europa; fra l’altro perché nella cabina di guida del tir, sotto il sedile, sono stati trovati in maniera quasi incredibile suoi documenti.

La polizia ha avvertito la popolazione che l’uomo è da considerarsi “armato e pericoloso”. Per attirare segnalazioni, la polizia federale tedesca ha promesso una taglia da 100 mila euro.

Inoltre è emerso che Anis Amri era già stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Stato,

Il presunto attentatore era noto alle autorità italiane e avrebbe eluso l’espulsione. Il giovane è arrivato solo su un barcone in Italia quando ancora era minorenne nel febbraio 2011, in mezzo a migliaia di tunisini che in quei mesi lasciarono il paese in seguito allo scoppio della primavera araba.

In seguito a vari reati, ha trascorso quattro anni nel carcere dell’Ucciardone a Palermo. Proprio qui potrebbe essersi radicalizzato secondo quanto ha detto uno dei suoi fratelli rintracciato in Tunisia. “Se sarà provato che era coinvolto, non farà più parte della nostra famiglia“, ha aggiunto.
Dopo aver scontato la pena, nella primavera 2015 ha ricevuto un provvedimento di espulsione che non è andato a buon fine: le autorità tunisine non hanno eseguito la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge.

Amri ha quindi lasciato l’Italia per andare Germania. Qui, tollerato come profugo cui era stata respinta la domanda di asilo, era stato fermato per due giorni l’estate scorsa e sorvegliato per mesi perché sospettato di preparare un attentato. Solo nelle ultime ore, non si sa se per caso o per tardiva solerzia, sono arrivati da Tunisi i documenti attesi per l’espulsione.

Intanto ha riaperto il mercatino di Natale di Breitscheidplatz, ai piedi della Gedaechtniskirche a Berlino ovest, teatro della strage. Una voglia di normalità che però non dimentica quanto è successo lunedì, con luminare ed eventi musicali vietati in segno di rispetto per le vittime. Vuota l’area del mercato in cui il camion ha falciato i visitatori.

 

 

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