Si salvi chi può … L’Italia affonda. La casta dirigente di questo paese, corrotta e inconcludente, verrà travolta dalla rivolta sociale.
Napolitano convoca vertice al Quirinale sulla legge elettorale e scatena le opposizioni, che si vedono esclusi dalla trattativa . Grillo addirittura minaccia l’impeachment per il presidente.
Giorgio Napolitano l’aveva detto chiaramente ieri a Firenze: il Parlamento deve mettersi al lavoro sulla legge elettorale ed entro il 3 dicembre, prima che arrivi la sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum. E a tamburo battente, questa mattina al Quirinale c’e’ stata una riunione tra il presidente della Repubblica, governo e maggioranza.
Al Colle sono saliti i ministri delle Riforme, Gaetano Quagliariello, e dei Rapporti con il parlamento, Dario Franceschini, i capigruppo di maggioranza del Senato, dove la riforma e’ incardinata, insieme con la presidente della commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro.
L’urgenza ricordata da Napolitano potrebbe contribuire a dare al confronto nella maggioranza la spinta necessaria ad accelerare su un’intesa tra Pd, Pdl e Scelta civica. Il segnale arrivato ieri proprio a palazzo Madama, con il voto sul filo del rasoio del ddl di riforma costituzionale, e’ stato letto da molti come un segnale preoccupante. E ad appesantire il clima non e’ solo lo scontro piu’ o meno latente tra i partiti di maggioranza, ma le vicissitudini interne alle forze politiche.
Il Pdl ancora deve sciogliere i nodi che qualche settimana fa hanno portato il governo sull’orlo della crisi. Scelta civica e’ dilaniata. E il Pd e’ alle prese con il congresso in cui le riforme, a partire da quella del Porcellum, sono a pieno titolo argomento di battaglia. Non e’ un caso che Matteo Renzi batta su questo tasto un giorno si’ e l’altro pure.
Grillo va su tutte le furie per la convocazione quasi clandestina della maggioranza da parte di Napolitano, accusandolo di andare oltre il mandato istituzionale e non solo, ma si è guardato bene dall’inserire sui convocati il rappresentante del M5S e urla in piazza all’impeachment.
La verità è che siamo agli sgoccioli di questo sistema decotto, immobile e nullafacente; Napolitano e le forze politiche delle larghe intese nell’intento di salvare se stessi finiranno col suicidarsi prima che la gente li mandi a casa in malo modo, nessuno escluso, compreso Grillo. E tutte le seconde linee che si pongono avanti per rottamare i loro predecessori erediteranno tutte le responsabilità e le manchevolezze dei loro padri. Non hanno capito che nel dualismo italiano la casta dirigente di questo paese sta da una parte mentre gli italiani sono già da un’altra parte e poco manca che la rivolta sociale travolga tutto e tutti. Loro vivono nella fiction politica e gli italiani assistono basiti al disfacimento delle proprie risorse residue. Il vuoto politico è enorme e Napolitano non riesce più a tenere a bada i suoi sette nani. Il giochino delle tre carte non regge più, la credibilità di questa classe dirigente è ai minimi termini, navigano a vista senza una rotta ben precisa, e pur tuttavia non vogliono lasciare il timone di una nave che fa acqua da tutte le parti e che in un momento di panico dei passeggeri, provocherà il capovolgimento della nave con una strage di innocenti, che hanno avuto la malasorte di capitare a viaggiare su un bastimento, guidato da un capitano incompetente.