Bersani sa di essere solo nel suo giro della giostra per formare un governo in una situazione da “mission impossible“.
Il suo stesso partito lo ha messo nel girarrosto e lui lo sà.
Bersani sta facendo tutto il contrario di quello che gli stessi collaboratori più stretti gli consigliano di fare. Tutti parlano di strada stretta, e lui stesso lo dice non convinto, perchè lui…qualche idea ce l’ha.
Basta non ascoltare i consigli degli amici e privilegiare la sua di idea, il suo istinto di “Cesare” colpito alle spalle dai suoi stessi consanguinei: “Quoque tu Renzi fili mi” e noi siamo d’accordo con lui.
Come dicevamo in altro articolo (vedi sotto) in occasione dell’elezione di Grasso al Senato a cui vi rimandiamo: in quella occasione avevamo notato come l’atteggiamento di Bersani leader fosse cambiato; si vedeva che aveva rotto con tutti all’interno del suo partito e adesso decideva per tutti senza ascoltare nessuno, seguendo solo il suo istinto di conservazione per non soccombere per colpa di altri, e deciso ad andare avanti, convinto che solo con un cambiamento di rotta repentino lo potevano portare fuori dalle secche in cui era finito per colpe sue ma soprattutto di altri.
Non vorremmo sbagliarci, ma Bersani ha cambiato rotta, e se metterà in atto la sua idea di sorprendere tutti, persino sè stesso, potrebbe uscirne positivamente, malgrado i no di Grillo e gli ammiccamenti del Cavaliere. Una cosa che Bersani deve evitare assolutamente è accostarsi a Monti, che è stato la causa principale, per cui Bersani ha perso le elezioni e ha precipitato il Paese nel caos politico ed economico in cui ci troviamo. Sarebbe da idioti se Bersani ripetesse l’errore di cercare in Monti, la sponda per mettere insieme un governo a tutti i costi. No Grillo, no Berlusconi, è il Paese che non l’accetterebbe: ma siamo sicuri che Bersani non commetterà questo errore fatale per lui e per il suo partito: Renzi o non Renzi.
Una squadra di competenti (fuori dal giro dei partiti) di persone oneste ma non solo, con un curricula specchiato dalle proprie storie personali; un programma semplice, fatto di poche cose, da realizzare subito per venire incontro agli italiani in difficoltà, e alcune riforme istituzionali (volti al risparmio nei costi della politica e a mettere a rigida dieta una amministrazione pubblica opulenta e ingestibile) una buona legge elettorale, che tenda ad includere e non ad escludere soggetti politici nuovi, con regole chiare e limpide.
Poche cose che potrebbero ricreare un clima sereno e stabile nelle famiglie italiane, un clima sereno e stabile alle imprese, agli artigiani, ai lavoratori tutti, sull’orlo del suicidio o della rivolta civile: il Paese lo vuole. Una squadra credibile e responsabile, non collusa, non corrotta nè corruttibile, ma eticamente pronta a spendersi per dare quelle risposte che il Paese aspetta da troppo tempo. Abbattimento dei tanti privilegi e privilegiati, un riequilibrio dei redditi familiari: togliere e ridistribuire, due verbi da utilizzare per ricreare una maggiore giustizia sociale. Eliminare tutti quei carrozzoni clientelari, che la mala-politica ha creato negli ultimi 40 anni.
Bersani se hai una visione del mondo chiara e precisa, se hai tutta questa voglia di cambiamento (necessario al Paese), mostralo senza paura al Paese e ai loro rappresentanti in Parlamento, senza se e senza ma, ascolta tutti e fai scelte, questo è il compito della Politica; non cercare i numeri esponi le tue idee, se ce le hai, non elemosinare i voti, non vendere la tua anima per un voto ma esponi il tuo animus, il resto verrà da sè.
Per creare consenso intorno alla sua proposta di governo, Bersani punta a convincere anche il paese. Per questo domani vedrà le parti sociali, dai sindacati a Confindustria fino alle associazioni di volontariato, con l’obiettivo di fissare le priorità, che per il leader Pd è il
lavoro e l’urgenza di
rilanciare l’economia. E l’apertura alle energie del paese è la cifra del governo che il premier incaricato ha in mente nel caso in cui il pre-incarico diventasse un incarico.
Serve “un governo del cambiamento” e su questa linea si muoverà Bersani.
La Mission impossible è già partita.