La “Mission impossible” ,il mandato esplorativo di Bersani è giunto al termine e fra qualche ora salirà al colle, senza numeri certi e tante speranze. I no dei grillini, i ni del pdl, e i tanti “bisogna far presto” e siamo alla fine” di tutte le parti sociali e produttive del Paese, ci inducono a pensare che Bersani in ogni caso chiederà un mandato pieno a Napolitano, data la delicata situazione economica, peggiorata negli ultimi mesi e con la spada di Damocle di Mood’s, che non vede l’ora di declassarci ancora una volta, per la instabilità governativa che è uscita fuori dalle urne e che ha creato uno stallo difficile da sormontare.
La posizione rigida di Grillo con i suoi no (poco politici e semplicemente demagogici), che ricevuto dalle urne un consenso, che è andato al di là delle sue stesse previsioni, si è trovato subito a fare i conti con le decisioni importanti per il paese e sopratutto per il suo elettorato di protesta, con tanta voglia di cambiamento e di mettere mano alla soluzioni dei problemi, che alla fine li hanno spinti a votarlo. Ed ecco che fra i suoi si crea un dibattitto, che lascia intravedere un qualche possibilità di defezione e alla fine molti grillini saranno travagliati dal dubbio, se seguire la linea intransigente del loro leader o darsi la possibilità di dare qualche risposta al proprio elettorato, e in ispecie quelli che vengono dalle zone più disagiate del Paese. E questo è un punto a favore di Bersani, che nel segreto dell’urna di Montecitorio potrebbe trovare i numeri necessari par la fiducia al suo governo del cambiamento.
Dall’altro lato Berlusconi col suo PDL e alleati, tenuti insieme con lo sputo, avanza le solite pretese irricevibili per il suo tornaconto personale: e ufficialmente fa dichiarare ad Alfano, che l’unica possibilità per il Paese è un governissimo PD-PDL, argomentandolo con scambi di poltrone al Quirinale, alla vice presidenza del consiglio, insomma un inciucio fuori dalla storia e che porterebbe di li a poco allo squagliamento di tutti e due i partiti, che finirebbero triturati dal rullo compressore della protesta popolare, con rischio della tenuta stessa delle istituzioni democratiche nel nostro Paese.
Questo in superfice, ma cosa c’è sotto? sotto c’è un coacervo di responsabili, che esperti di politica pratica, in fondo stanno lavorando per recuperare un rapporto istituzionale, messo in discussione per troppi errori degli stessi e non avere provveduto in tempo a misurare la temperatura del Paese e avere concesso a Berlusconi troppe opportunità di scompaginare tutti i giochi e rompere tutti i patti politici, economici e giudiziari pur di salvare se stesso. Ecco l’altro punto a favore di Bersani. I nuovi responsabili, dentro la compagine pidiellina, stanno lavorando sotto traccia per far decollare il governo Bersani e avviare quel processo di recupero di credibilità politica attraverso una transizione, meno indolore possibile ( e che andava fatta nel 1994 all’indomani di mani pulite e che l’avvento di Berlusconi ha bloccato per quasi un ventennio con la collaborazione della stessa sinistra di potere) e con l’unico obiettivo di riparare agli errori commessi e frenare una rivolta civile, di cui Grillo è solo una avanguardia ancora civile, ma che può trasformarsi in una vera e propria rivolta di popolo, che potrebbe travolgere tutto e tutti : è un popolo paziente il nostro, ma i morsi della fame e nuovi bisogni, che lo rendono schiavo, possono imbarbarirlo e diventare incontrollabile.
Ecco perchè il tentativo di Bersani, al buio e solitario, ha possibilità di riuscita. Non crediamo a governi del Presidente, con Personalità diverse dalla politica, non c’è tempo e mancano le personalità di spessore( e questa è la colpa maggiore che ha provocato la politichicchia italiana nell’ultimo ventennio, autoreferenziale, inciuciante e corrotta: escludente e non inclusiva;) le Persone migliori sono fuori da questa politica piccola piccola.
La fine ingloriosa di Monti e company è stata una pagina talmente ridicola al limite del grottesco che, deve far riflettere tutti e che è giunta alla fine un’epoca e bisogna rivedere tutto il nostro modo di essere , e che necessita riaprire porte e finestre, per cambiare aria e ricostruire un tessuto sociale, politico e produttivo sin dalle fondamenta, diversamente non ci sarà futuro possibile per una Italia già alle macerie.
Quanto potrebbe durare un Governo Bersani al buio? molto o poco?: dipende da quello che farà i primi cento giorni. Dai primi atti si vedrà se Bersani ha saputo cogliere l’occasione per fare quello che serve al Paese e dimostrare se la Fiducia al Buio in Parlamento si può trasformare in fiducia palese nel Paese. Diversamente il Paese (Grillo o non Grillo) avrà un’estate calda, dopo una primavera tiepida. O si esce dal limbo o si va all’inferno. E questo non lo pensiamo noi, ma lo dicono i numeri economici macro e micro – tutti in segno negativo – lo chiedono i mercati (gli speculatori interni ed esterni che giocano allo Spread) ma sopratutto pensionati, lavoratori senza lavoro, giovani senza futuro, aziende in chiusura, grandi e piccole,(Squinzi siamo alla fine), la disperazione di un paese che non ce la fa più.