Mentre il governo chiede fiducia al Senato sul Jobs act , un corteo si scontra con le forze dell’ordine.
Mentre il governo chiede la fiducia (la seconda) al Senato sul Jobs act, per le strade di Roma la riforma del lavoro provoca ancora momenti di tensione.
Da un corteo organizzato dal “Laboratorio nazionale per lo sciopero sociale” i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine per arrivare davanti a Palazzo Madama e c’è stato anche un lancio di uova contro gli agenti. I partecipanti alla protesta hanno acceso anche fumogeni. Si sono registrate anche cariche: dalle prime informazioni raccolte dall’Ansa, ci sarebbero alcuni manifestanti contusi. Secondo quanto riferiscono fonti di polizia, si è trattato di un “intervento di contenimento” in via delle Botteghe Oscure dopo diversi tentativi da parte dei manifestanti di forzare i cordoni delle forze dell’ordine.
“Chi ha scritto il Jobs Act andava a cena con la cricca di Carminati e Alemanno. Vergognatevi!” si è sentito gridare dal camion dei manifestanti durante il corteo. Il riferimento è a una foto di una cena in cui si trovavano Poletti e Massimo Carminati, cuore dell’inchiesta su “Mafia capitale”. Al grido “Circondiamo il Senato” il corteo è sfilato per le strade del centro storico di Roma. In piazza studenti, precari, disoccupati e movimenti, partiti dalla fermata della metro del Colosseo e diretti a piazza Sant’Andrea della Valle, vicino al Senato. In testa al corteo, che ha percorso via dei Fori Imperiali e attraversato piazza Venezia, un grosso striscione “Stop Jobs Act! Per salario minimo europeo e reddito di base, no Sblocca Italia-no Piano scuola”.
Intanto al Senato il governo mette la fiuxia, e il voto è previsto per le 19.
“Il testo sul lavoro è stato significativamente cambiato e significativamente migliorato” ha spiegato Poletti durante la replica del governo in Aula. Si tratta aggiunge “di un riconoscimento del lavoro del parlamento che il governo accoglie positivamente”. Il ministro ha quindi ringraziato il Parlamento e ha precisato che “il lavoro è una delle questioni essenziali” su cui lavorare. “Occorre agire perché la situazione di stallo in cui è caduto il nostro Paese possa cambiare radicalmente” ha aggiunto il ministro. “Possiamo discutere sui numeri della disoccupazione, – sono le parole del ministro – degli occupati e degli inattivi e riflettere su come vanno interpretati. Ma oggi siamo di fronte a un dato di fatto, c’è una pesantissima crisi, una situazione di stallo nel nostro paese, una caduta degli investimenti e dei consumi interni e dell’occupazione. Questo è il risultato di anni e anni”.
Il ministro ha sottolineato come “nella stesura dei decreti delegati sapremo tenere in considerazione le opinioni espresse in Parlamento”. Tra i punti su cui sono stati trovati “consenso e condivisione” la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, la revisione e semplificazione delle norme e delle tipologie contrattuali e il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. “Non credo – ha detto il ministro – che la delega sia troppo vaga. Spesso si è fatta una lettura troppo parziale del testo. Ognuno ne ha preso un pezzettino per sostenere la propria tesi. Se si legge tutto si possono trovare i punti di equilibrio rispetto al bisogno di una dimensione dinamica dell’impresa e la tutela dei diritti dei lavoratori”.