«Questa piazza mi dà il coraggio e la determinazione per andare avanti», dice il sindaco di Roma Ignazio Marino parlando ai manifestanti in piazza Campidoglio.
«Ora che questa città potrebbe cambiare vogliono fermarci. Mi chiedete di ripensarci, io ci penso e non vi deluderò. La democrazia non si esercita in stanze chiuse ma nelle piazze e noi dobbiamo chiedere a tutti gli eletti un confronto diretto. E grazie per queste bandiere del Pd. Noi non inseguiamo sogni, sogniamo il futuro nostro e della nostra città che è la capitale d’Italia.
53mila firme di chi chiede al chirurgo dem di ritirare le sue dimissioni.
”Io sto con Marino‘, ‘Marino ripensaci’, ‘Noi con Marino voi con padrini. Marino ripensaci daje’: alcuni slogan scritti dai sostenitori del sindaco
“La nostra partecipazione non è solo in difesa di Marino ma in difesa della democrazia nella nostra città perché il futuro di questa giunta deve essere deciso in un confronto in consiglio comunale.” Non capiscono i romani che manifestano perché il sindaco da loro votato ora debba dimettersi. E accusano il Partito democratico di averlo in questi mesi abbandonato e all’ultimo sfiduciato nel chiuso di una stanza.
I supporter romani si chiedono perché Marino non può continuare a fare il sindaco. Non è indagato, non ha nessun avviso di garanzia. E allora? È stato votato non solo alle primarie ma anche da 665mila romani. Il Pd su Roma sta facendo il suo errore più grande sovvertendo il voto popolare. Il segretario del partito dovrà rispondere al suo elettorato di quest’azione, che i romani vedono come un atto antidemocratico..
il Pd deve spiegare perché Marino se ne deve andare? lo deve spiegare ai romani, che si sentono scippare il loro voto democratico..
Ora cosa farà Marino non è dato sapere al momento, ha tempo fino al 2 novembre per ripensarci, ma dai tanti spunti che abbiamo colto nella manifestazione pro-Marino di domenica la nostra impressione è che il sindaco stia giocando le sue carte in questa partita tutta politica all’interno del PD.
Il PD romano travolto dalla vicenda mafia capitale vorrebbe far pagare il conto salatissimo a Marino, che avrà senza dubbio delle colpe di inefficienza nella sua azione amministrativa, ma il metodo messo in campo è da killeraggio politico.
Prima Renzi lo mette in salamoria mettendogli Gabrielli come tutor ed esautorando il sindaco da molte delle sue funzioni, gli impone alcuni assessori di sua nomina,( roba da anteprima repubblicana) ed infine lo si costringe alle dimissioni senza una motivazione plausibile e deciso fuori dalle sedi opportune (Consiglio comunale), senza un chiarimento politico.
A Marino è stata fatta “una proposta che non poteva rifiutare”, altro che mafia capitale, qui siamo al padrino parte prima, e speriamo che non gli facciano trovare una testa di cavallo sul letto.
Marino ritira le dimissioni fatti sfiduciare dal PD di Renzi in consiglio comunale, vediamo se in questo paese c’è ancora posto per l’onestà, il merito e la democrazia.