I mille giorni di Renzi: fra tasse certe , pesanti e il Futuro che non c’è.
Non si tratta di una riforma della scuola, ma di un “patto educativo” . Si proporrà agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, e si chiederà loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità.
ll patto educativo conterrà alcune idee nel merito per rendere la scuola sempre più strumento di crescita per il giovane cittadino. Ma anche strumento di crescita per il Paese.
Il presidente del Consiglio parla anche delle risorse necessarie per la riforma. «Metteremo più soldi – assicura – ma facendo comunque tanta spending review: perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave». Nella legge di Stabilità «ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti. Nel frattempo continueremo a investire sull’edilizia scolastica, sbloccando il patto a quei comuni che hanno progetti seri, cantierabili».
Fa discutere la possibile riforma del lavoro
Il giorno dopo la conferenza stampa del governo sul programma dei mille giorni, fa discutere la possibile riforma del lavoro. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi rivendica i risultati “immediati” e “concreti” del decreto Poletti e rilancia sulla delega, il cosiddetto Jobs Act, ora all’esame del Senato. Un disegno di legge che, sottolinea il premier, «speriamo di poter approvare il prima possibile, ragionevolmente entro l’anno». Il modello? “La Germania”, sottolinea Renzi che sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori spazza via ogni dubbio: «È un tema ideologico. Non è il problema, non lo è mai stato e non lo sarà». E, puntualizza, «riguarda circa 3.000 persone l’anno in un Paese di 60 milioni» di abitanti.
Tra le voci contrarie quella di Stefano Fassina che spiega: «La riforma non si fa con una delega al governo in bianco». Per l’ex viceministro dell’Economia occorre «un emendamento con precisi principi di delega: altrimenti facciamo un’operazione contraria alla Costituzione».
Sul tema interviene anche l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero che vede nel jobs act «aspetti contraddittori», che necessitano di «una sintesi più equilibrata». La Fornero critica per esempio la «scelta molto radicale» di liberalizzare al massimo il contratto a tempo determinato: «Oggi gli imprenditori possono ricorrere a questo contratto a proprio piacimento» e «se si fa la scelta di favorire al massimo il tempo determinato, non si può affermare la superiorità del contratto a tempo indeterminato, anche se a tutele crescenti».
Grillo: «Tassa dopo tassa l’Italia affonda». Un autunno da incubo, tassa dopo tassa.
Di Maio: « le cose importanti si possono fare in 40 giorni»
Cosa importerà agli italiani dei ‘mille giorni’, quando tra poche settimane dovranno pagare Irpef, Iva, Irap e Tasi? Non si può perdere altro tempo, bisogna fare le cose importanti in 1000 ore (40 giorni): abolire l’Irap, aumentare le pensioni tagliando quelle d’oro, e istituire il reddito di cittadinanza. Il Movimento 5 Stelle è pronto. E il Parlamento è attrezzato per farlo.