Letta va in ritiro in Monastero per conoscere i Mi(ni)steri del suo governo

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“Domenica e lunedi’ 24 ore di ritiro, in un’abazia in Toscana, solo i ministri”. Lo annuncia via Twitter Enrico Letta. L’intento e’ “per programmare, conoscersi, ‘fare spogliatoio'”. Ovviamente, in tempi di contenimento dei costi, “ognuno paga per se'”,specifica il presidente del Consiglio. L’incontro convocato da Enrico Letta per ‘fare spogliatoio’ con i suoi ministri si terra’ all’Abbazia di Spineto della Luce da domenica, nel tardo pomeriggio, a lunedi’ all’ora di pranzo. Si tratta di un incontro non operativo ma di conoscenza reciproca e messa a punto dei primi passi collegiali del nuovo Esecutivo.

CON SPINETO TORNA IL FASCINO DISCRETO DEL ‘RITIRO’ – Deve il suo nome ai rovi che, un tempo, coprivano gran parte dell’altura su cui sorge, l’Abbazia di Spineto che domenica e lunedi’ ospitera’ il conclave del governo. Del resto, qualche spina tormenta gia’ le larghe intese e forse anche per smussare quante piu’ asperita’ possibili il premier Enrico Letta ha convocato i suoi ministri a Sarteano, sulle colline a cavallo tra la val d’Orcia e la val di Chiana. Le 24 ore, ha spiegato, serviranno “per fare spogliatoio“. Quella dei borghi antichi, e toscani in particolare, e’ peraltro antica passione del centrosinistra. Proprio a Spineto, tre anni fa, l’allora capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, raduno’ i deputati per un seminario che ebbe come ospite d’onore Romano Prodi. Fra pochi giorni ci tornera’ da ministro. E anche il ritiro, cosi’ l’ha definito il presidente del Consiglio con un termine caro agli scout anche se, accompagnato al concetto di “fare spogliatoio” siamo in pieno mondo del calcio, non e’ una novita’ per i governi degli ultimi 20 anni. Non solo. Anche i partiti, di maggioranza o di opposizione che fossero, hanno segnato talvolta l’inizio di una legislatura con un incontro a porte chiuse. Per dire, anche Beppe Grillo ha confermato il fascino discreto del ritiro visto che, all’inizio di aprile, ha radunato i suoi in un agriturismo alle porte di Roma.

Il primo a chiamare i neoletti a raccolta, almeno nella Seconda Repubblica, perche’ la Prima e’ ricchissima di appuntamenti del genere e di raffinate suggestioni letterarie (come non pensare alla location di Todo Modo?), ma in un grande albergo di Fiuggi, fu Silvio Berlusconi, nell’aprile del 1994. Il plotone deputati e senatori di Forza Italia ricevette a porte chiuse un’analisi del voto da Gianni Pilo, un’infarinatura sull’attivita’ legislativa da Alfredo Biondi e una lezione sul ruolo dei gruppi parlamentari da Francesco D’Onofrio. Non tutto pero’ resto’ segreto tra lo sgorgar di acque di Bonifacio VIII. L’allarme lanciato dal’ex pm Tiziana Parenti, fresca di pool Mani pulite, su possibili infiltrati mafiosi nei club di Forza Italia fece non poco scalpore e fu subito seguito da una pubblica smentita del Cavaliere. Neppure tre anni dopo, nel marzo del 1997, i giornalisti attesero invano al freddo per due giorni che si aprissero le porte del medievale castello di Gargonza, dove l’allora premier Romano Prodi e l’allora segretario del Pds Massimo D’Alema avevano chiamato a raccolta politici e intellettuali nel primo anniversario dell’Ulivo. Si levarono alte proteste dell’Fnsi per il “bavaglio alla stampa”. In piena gestazione del Partito democratico, nel 2006, l’allora segretario dei Ds Piero Fassino riuni’ per due giorni a Frascati i gruppi parlamentari dell’Ulivo mentre Francesco Rutelli, alla guida della Margherita, nel 2005 e nel 2007 scelse Fiesole.

Fu invece un vero e proprio ‘conclave’ di ministri quello che nel 2006 Prodi di nuovo premier convoco’ a San Martino in Campo, in provincia di Perugia, con cena all’esclusivo resort ‘La posta dei Donini’. Tra un risotto al piccione e tartufo, e un filetto di chianina e olive nere si decise anche la strategia di comunicazione del governo. Il Professore chiese, tra l’altro, ai ministri di selezionare le presenze in tv. L’anno dopo, gennaio 2007, fu organizzato fuori sede addirittura un Consiglio dei ministri con annesso vertice di maggioranza. Sede, la Reggia di Caserta. E, come da tradizione, con cronisti e fotografi fuori a protestare per la difficolta’ di lavorare senza nemmeno una postazione per riprendere gli arrivi dei ministri. E pero’, proprio nel palazzo disegnato da Luigi Vanvitelli si tenne la prima riunione in streaming. A ‘loro’ insaputa, e’ bene chiarirlo. Qualcuno, il principale indiziato fu Marco Pannella, accese il cellulare e si collego’ con Radio Radicale che trasmise in diretta i colloqui. Da allora, con il centrosinistra all’opposizione, l’unico incontro a porte chiuse organizzato dal Pd e’ stato nel novembre 2010 proprio il seminario dei deputati Democratici sui prati fangosi di Spineto, 98 stanze sparse tra l’antica abbazia vallombrosiana, la foresteria e undici casali. C’era anche Prodi e fu considerato un ritorno in campo dell’ex premier, da tempo ‘in freddo’ con il Pd. Tanto che si azzardo’ che il padre dell’Ulivo avesse aperto la sua corsa per succedere a Giorgio Napolitano al Quirinale nel 2013. “Lasciamo stare, faccio il nonno e il professore”, taglio’ corto il diretto interessato. Tre anni dopo la storia gli ha dato, suo malgrado, ragione.

Unica novità di questa assise  è che ognuno pagherà per sè il conto.

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