I sogni del Cavaliere non sono mai stati così agitati. L’intervista di Bersani in cui parla del possibile ritorno di un ‘governo di cambiamento’ con il M5S e la sponda prestata dal segretario Epifani a questa ipotesi, fanno sentire Berlusconi come un tonno nella rete, prima della mattanza. Se da un lato gli ex Ds preparano l’alternativa al governo di larghe intese, dall’altro i magistrati potrebbero dare il colpo di grazia. Mercoledì è atteso il pronunciamento della Suprema Corte sul legittimo impedimento chiesto nel 2010 dai legali dell’ex premier e negato dal Tribunale di Milano nell’ambito del processo Mediaset. Pronunciamento sul quale Berlusconi spera per vedere di fatto annullato l’intero procedimento. Altra scadenza delicata è a fine mese, quando dovrebbe andare a sentenza il processo Ruby. Appuntamenti che agitano il sonno del Cavaliere e che si ripercuotono anche sullo stato di salute e tenuta del partito. Ma non del governo, perché l’ultima cosa che Berlusconi vuole e di vedere l’esecutivo Letta a gambe all’aria.
Il suo terrore è che l’ala ex Ds del Partito Democratico trovi nel Movimento una spalla per formare un governo nel caso quello Letta dovesse cadere precocemente. L’ipotesi è tutt’altro che peregrina visto che il ‘processo’ alla dissidente Adele Gambaro ha fatto esplodere le contraddizioni interne al Movimento. E così alla Camera una ventina di deputati sono pronti a levare le tende e formare un gruppo autonomo, mentre al Senato potrebbe accadere lo stesso, ma i numeri dei dissidenti sono meno chiari. I due nuovi soggetti porterebbero i voti necessari al Pd per governare senza il Pdl, mettendo il Cavaliere all’angolo, privo dell’arma del ricatto.
Berlusconi non può neppure cercare di accelerare la crisi del governo sperando nel responso delle urne. Napolitano infatti ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di sciogliere le Camere. Quello che farebbe, in caso di crisi di governo, sarebbe quello di dimettersi. A quel punto il Parlamento dovrebbe eleggere un nuovo Capo dello Stato ed essendo cambiati gli equilibri in Aula, soprattutto grazie alla crisi del M5S, il Pd potrebbe trovare una convergenza per far eleggere personalità come quella di Romano Prodi o di Stefano Rodotà. A quel punto tutti gli elementi sarebbero allineati per dare vita ad un governo, veramente democratico, a cinque stelle.
Un elemento da tenere sott’occhio sarà la votazione in Giunta per le elezioni e le immunità del Senato. Luogo nel quale nelle prossime settimane i grillini chiederanno che si voti per l’ineleggibilità del Cavaliere. Pd e M5S dispongono in totale di 14 voti, più che sufficienti per dichiarare ineleggibile Berlusconi.
Riusciranno i nostri eroi a rendere possibile il sogno-incubo di Berlusconi? I problemi del Grillo potrebbero mettere Grillo stesso a riparare all’errore strategico, compiuto nel non accettare l’invito di Bersani a formare un governo del Cambiamento e che gli ha fatto perdere alle amministrative un bel pò di consenso.