Liberazione 2015 , cosa rimane della Resistenza? (2)

ONESTÀ E CORAGGIO.

Sempre Pertini invitava alla onestà e al coraggio.«L’onestà… l’onestà… l’onestà. […] E quindi l’appello che io faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c’è qualche scandalo. Se c’è qualcuno che dà scandalo; se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!».

Sandro-PertiniParole che suonano lontane, visto per esempio che il parlamento sta discutendo da tempo – appellandosi pilatescamente a costituzionalisti e giuristi – se togliere o meno il vitalizio ai parlamentari condannati.

L’ultima legislatura ha poi avuto un netto miglioramento. Nel 2013 gli eletti che hanno guai con la giustizia è sceso.
I condannati in via definitiva sono sette (prima erano 33, -79%); i prescritti 6; i parlamentari con processi in corso 11; gli indagati 19.
SCANDALI E INCHIESTE PURE NEL PD.

Inutile citare le inchieste che hanno scosso la politica. Da Rimborsopoli a Mafia Capitale e Cpl Concordia, solo per citare le più recenti.
Inchieste che non hanno risparmiato la superiorità morale della sinistra, visto che tra gli indagati ci sono pure rappresentanti del Pd.

Un ruolo fondamentale nella Resistenza la ebbero senza dubbio le donne.

peteaniCosì parlava nel 1989 Ondina Peteani, la prima staffetta partigiana.

Dall’inizio del 1942 una nuova connotazione della donna scaturì dalle nostre riunioni segrete.
Si percepiva in quei pericolosi frangenti l’esigenza crescente di affermare la nostra presenza, il nostro pensiero, i nostri desideri, così lungamente e pesantemente schiacciati nella dittatura fascista, nella quale eravamo oggetto e mai soggetto. […]
Si trattava delle prime forme di liberazione della Donna. Ragazze, madri, mogli: donne che in larga schiera parteciparono con sacrificio e impegno alla Lotta di Liberazione nazionale.
Il fenomeno crebbe e si sviluppò costituendo i presupposti indispensabili alla rivalutazione della figura femminile nella nuova società sorta dalle ceneri del nazifascismo, nata dal 25 aprile 1945.
Il favorevole pronunciamento in ragione del voto elettorale alle donne rappresentò uno dei primi sostanziali riconoscimenti. […]
Devo alla Resistenza, alla Rinascita democratica e al mio inscindibile ideale di Libertà il desiderio di continuare ad esprimermi ancora con l’azione ed il pensiero per una società finalmente giusta, Libera ed antifascista, dove l’odio razziale e la prevaricazione rappresentano soltanto il monito di un passato che non deve mai più riaffermarsi.

Ma dopo 70 anni come stanno le donne in Italia? Il nostro Paese si è piazzato al 69esimo posto su 142 per quanto riguarda la parità fra uomini e donne. Lo dice il rapporto Global Gender Gap Report 2014.

In Italia, poi, gli uomini guadagnano in media il 7,2% in più rispetto alle donne: 29.891 euro contro i 27.890 euro l’anno delle colleghe.

Il famoso tetto di cristallo è lontano dall’essere sfondato. Secondo l’ultimo rapporto Istat sul Benessere economico in Italia il gap di genere resta ampio. A febbraio 2014 era occupato soltanto il 46,6% delle donne, contro il 64% degli uomini.

E in parlamento? Mentre si discute se inserire o meno le quote rosa nella legge elettorale, nel 2013 sono state elette 198 donne, pari al 31,4% degli onorevoli. Un record per la nostra Camera.

 

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