Liberazione 2015 , cosa rimane della Resistenza? (3)

Primo Levi, mancanza di informazione e nuovi fascismi

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Di libertà parla anche Primo Levi. In un intervento al Corriere della sera del 1974 metteva in guardia gli italiani: «Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, e in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti».

Sull’informazione basta un dato: l’Italia è 73esima nella classifica mondiale. Leggi bavaglio, editti bulgari, censure e autocensure hanno fatto il resto.

Anche sulla «possibilità e la capacità del cittadino di attuare la volontà» il nostro Paese non brilla.
CITTADINI DI SERIE B. Però bisogna stabilire chi sia il cittadino. Colui che paga le tasse, chi è nato sul suolo nazionale.
O anche chi arriva nel nostro Paese per vivere una possibilità di vita migliore? Le cronache dell’ennesima tragedia del mare e le resistenze all’immigrato parlano da sole.

Revelli, la lotta (inutile) all’ignoranza

Nuto Revelli, nel discorso per la laurea honoris causa del 1999, dedicò un pensiero ai giovani: «Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della ‘generazione del Littorio’. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza libertà non si vive, si vegeta».

MA È RECORD DI ABBANDONI. L’ignoranza però è una bestia dura da debellare.
In Europa, gli studenti italiani sono quelli che in percentuale abbandonano di più la scuola.
Con il 17% di abbandoni prematuri, l’Italia segue la Spagna (23,6), Malta (20,8), Portogallo (18,9) e Romania (17,3). Inoltre, sempre secondo lo studio Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe realizzato dal network educativo europeo Eurydice e dal Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop), la connessione tra abbandoni scolastici e disoccupazione giovanile è stretta.

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