Roma è nel caos, ostaggio della guerra intestina tra il cerchio magico della sindaca e il direttorio grillino.
L’assessore Minenna e il capo gabinetto Raineri si sono dimessi.
La guerra interna al M5s fa le prime vittime, Roma sembra piombata nel caos per la lotta intestina tra i pentastellati.
Le dimissioni dell’assessore Minenna e della capo di gabinetto Raineri testimoniano del caos che regna nella giunta Raggi.
Stiamo assistendo ad una faida sanguinosa e inaccettabile sulla pelle dei romani. Unici risultati dell’amministrazione Cinque Stelle? Le guerre interne fatte pagare ai cittadini, in piena logica da vecchia politica.
Cento giorni di giunta Raggi e tutto ciò che si è visto sono i guai di Ama e Atac, i superstipendi, tanta incapacità e zero trasparenza.
Le dimissioni di Raineri e Minenna sono il sigillo all’incapacità strutturale a far corrispondere le promesse con la realtà. Pronti via e sono già in frantumi.
Non basta fare chiacchiere al vento per governare una città come Roma Servono esperienza e competenza. La trasparenza bisogna applicarla e non solo predicarla. Virginia impari a fare il sindaco e si occupi dei romani invece di pensare alle beghe del M5s. Altrimenti è meglio che lasci prima che provochi troppi danni.
Caos, improvvisazione, revoche, litigi, indecisioni. Ora arrivano le dimissioni, dopo solo due mesi. La nuova giunta Raggi è un vero flop a 5 stelle.
La giunta Raggi ha cominciato male e sta proseguendo peggio. Governare stanca, governare non è facile e non ci si improvvisa. La Raggi ha vinto a man bassa, dopo il fallimento del centrodestra e quello ancor maggiore del centrosinistra (Mafia Capitale, Marino dimissionato dal suo Pd), ma dopo la classe dirigente romana del M5S si dimostra inadeguata.
A Roma c’è il caos, e adesso arrivano anche queste dimissioni tutte da spiegare: sono andati via il capo di gabinetto e l’assessore più importante della giunta. Mica roba da poco. I romani non meritano questo.
Le clamorose dimissioni dell’Assessore Minenna e del Capo di Gabinetto Raineri, sono lo specchio fedele del “modello Roma” ideato dal M5S, che al momento ha prodotto solo errori, senza traccia apprezzabile di discontinuità rispetto al recente passato, con la Capitale rimasta in balia delle solite criticità
La superficialità dimostrata nella nomina del Capo di Gabinetto e le scelte dimostratesi fallaci, come quella dell’Assessore Muraro e del dimissionario Minenna, testimoniano la fragilità di una Giunta che non è riuscita a calarsi nel tessuto reale di Roma che di fatto viene amministrata alla stregua di un Blog, senza una reale progettualità e con tutti i limiti che possono scaturire da una condotta politica improntata all’assenza di dialogo con l’opposizione, quanto mai necessaria in una fase ancora emergenziale per l’assetto della Capitale e il suo futuro.
A cento giorni dell’elezione, e dopo un’estate di polemiche, tutto quello che resta della rivoluzione Raggi e del M5S sono le dimissioni in tempo record dell’assessore al bilancio Minenna e la revoca del capo di Gabinetto Raineri. Poi si è parlato solo di stipendi dello staff della sindaca Virginia Raggi, che sono raddoppiati o triplicati per effetto di un’applicazione distorta degli artt. 90 e 110 del Testo unico sugli enti locali.
Pensavamo che dopo Ignazio Marino e la coda di consiglieri capitolini dal notaio, Roma avesse visto tutto . Ci sbagliavamo, e ora ci tocca assistere a questo teatrino dell’assurdo con pupi e pupari del web.
Per amministrare la Capitale serve sì l’onestà, ma è fondamentale anche la competenza. La vera assente tra la compagine grillina.