“Cari fratelli e sorelle, come sapete…”. Alla prima udienza generale dopo l’annuncio delle sue dimissioni, la folla di pellegrini presenti in aula Paolo VI prorompe in un’ovazione e Benedetto XVI si interrompe per qualche secondo. “Grazie per la vostra simpatia…”, aggiunge. Poi prosegue: “Ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero pietrino con quella forza che esso richiede. Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura. Ringrazio tutti per l`amore e la preghiera con cui mi avete accompagnato”.
“Ho sentito quasi fisicamente in questi giorni per me non facili, la forza della vostra preghiera. Continuate a pregare per me, per la Chiesa e per il futuro Papa. Il Signore ci guidera’”. Con queste parole Benedetto XVI si e’ rivolto ai fedeli che gremivano l’Aula Nervi. “Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa e’ di Cristo, il quale non le fara’ mancare la sua guida e la sua cura”.
Benedetto XVI incontrerà sabato pomeriggio il premier Mario Monti e il sabato successivo, 23 febbraio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo ha annunciato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, precisando che entrambi “hanno manifestato il desiderio di avere con il Papa un momento di saluto privato”.
Questa la cronaca della giornata papale, ma ancora non ci si è ripresi dell’annuncio shock delle dimissioni del papa, che il mondo cattolico e non di tutto il mondo si interrogano su cosa e chi ha portato il papa a questo gesto epocale. E mentre filosofi, politici, diplomatici e letterati di cose vaticane cominciano a fare previsioni sul possibile futuro Papa, noi preferiamo prima leggere bene fra le righe le vere motivazioni del gesto di Papa Benedetto XVI e poi anche noi ci dedicheremo al totopapa. Capire prima il passato per fare deduzioni più serie sul futuro.
Benedetto XVI assurge al soglio pontificio ricevendo in eredità una chiesa molto politicizzata da Wojtyla, molto mediatica e poco spirituale, più temporale che pastorale. Wojtyła, figura immensamente mediatica aveva, con i suoi 27 anni di papato, molto personalizzato la Sua chiesa e aveva in fondo schiacciato la fede cattolica, a ruolo marginale in senso pastorale, per assurgere a ruolo politico-temporale, tanto da avere acceso le Gelosie dei potenti del Mondo per la Sua prorompente invasione di campo e all’interno della chiesa stessa. Non dimentichiamo l’attentato al Papa da parte dei Lupi grigi; La scomparsa di Emanuela Orlandi, e intanto gli scandali americani e inglesi dei preti pedofili; e per finire tutti gli scandali dello IOR.
Tutto questo avviene sotto Wojtyla, il quale, negli ultimi anni per problemi di salute, non era in grado di fronteggiare fisicamente e intellettualmente tutto quello che stava travagliando la Chiesa e il Vaticano nel suo complesso. La Chiesa è sotto attacco dall’esterno e dall’interno. Scoppiano faide fra i Prelati e il teologo Ratzinger prende in mano la situazione, quando ormai Wojtyła, ancora in vita ma impossibilitato fisicamente a gridare al Suo popolo di cattolici il grido di allarme (ancora fissa ho negli occhi l’immagine di Papa Wojtyla, che dalla sua finestra grida col cuore ma la voce non esce).
Vi ricordate Ratzinger che, negli ultimi giorni di vita di Papa Wojtyla, ha vicariato lo stesso facendo tutte le funzioni del Papa e impartendo ,come buon maestro della Casa, ordini a destra e a manca, accompagnando fino alla fine la dipartita di Wojtyla. Ratzinger era già Papa prima di esserlo proclamato dal Conclave, che si sarebbe svolto di lì a poco.
Ancora fresco di nomina,arzillo e pieno di energia Ratzinger ha condannato con forza i preti pedofili, ha invitato i grandi del mondo a guardare agli ultimi, ha predicato ai suoi di tornare alla missione pastorale, quella per cui Cristo si è fatto crocifiggere. Otto anni spesi a riparare i danni in una Casa, che per sovraesposizione alle intemperie del tempo e del materialismo dei Suoi stessi adepti, mostra crepe non facilmente sanabili: serve tempo e grosso impegno. Troppo gravoso il compito per un Papa, che da qualche anno abbiamo visto decaduto fisicamente e che malgrado i suoi sforzi si è ritrovato con le spie in stanza- sono tempi di guerra in casa Chiesa e per le guerre servono giovani ardimentosi, e fuori dai giochi di potere-.
L’ultima giornata del Pontificato, giovedi’ 28 febbraio, vedra’ il Papa incontrare nella Sala Clementina i cardinali che desiderano salutarlo: “il Santo Padre e’ vicino al Collegio Cardinalizio che sente vicino”, ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Poi, ha annunciato, “e’ prevista alle 17 la partenza per Castelgandolfo in elicottero”. “E – ha concluso Lombardi – dalle 20 siamo in sede vacante e tutte le attivita’ previste sono annullate”.