Silvio Berlusconi esce dai salotti televisivi e debutta in Sicilia (dopo 5 anni di assenza) col suo ultimo sceneggiato “Il Paese delle Meraviglie“: grande successo di pubblico, tanto che molti Siciliani rimangono fuori a seguire la grande kermesse del più grande showman della politica su due maxi schermi montati all’esterno del teatro. Uno spettacolo esilarante con sketch e battute ad effetto, che hanno divertito il pubblico presente. Per gli assenti proveremo noi a darvi una sintesi di quello che abbiamo visto e sentito.
Il nostro protagonista esordisce con l’ammettere che non lui ma il PDL ha commesso molti errori nei confronti della Sicilia e dei Siciliani (il coccodrillo piange dopo aver mangiato il suo piccolo) poi attacca Ingroia che, con la sua invasione nel campo della politica, è la dimostrazione dell’esistenza nella magistratura delle toghe rosse, che gli hanno impedito sino adesso di fare quelle riforme istituzionali, utili al Paese per impedirne il suo declino.
”Il ‘centrino’ di Monti, Fini e Casini non raggiungera’ il 10 per cento, la soglia necessaria per entrare in Parlamento: e’ una mia previsione personale” Il signor Fini e’ ridotto ad un prefisso telefonico: e’ sotto lo 0,4′.
”Prima di morire ho un sogno: attraversare il Ponte sullo Stretto”. dice Silvio Berlusconi.
”C’erano voluti 32 consigli dei ministri, avevamo firmato l’appalto con imprese italiane: con la nostra vittoria aprira’ subito il cantiere”, ha aggiunto. L’ex premier – nel capoluogo siciliano con Angelino Alfano e Renato Schifani – ha ribadito che, in caso di vittoria, l’Imu sara’ abolita al primo Consiglio dei ministri.
Silvio Berlusconi arriva a Palermo e chiede all’antico granaio elettorale la spinta decisiva.
«L’abolizione dell’Imu sulla prima casa e la restituzione degli importi già pagati hanno delle coperture chiarissime. Chi lo nega dice una menzogna clamorosa. E vogliamo giungere ad una graduale abolizione dell’Irap.
Ma la questione davvero importante è proprio quella dei tagli alla spesa. Noi vogliamo ridurre del 2% l’anno, per cinque anni, la spesa pubblica. Margini per tagliare ce ne sono praticamente in tutti i settori, con pochissime eccezioni: la sicurezza, la giustizia, l’istruzione e la formazione, che sono state già fin troppo penalizzate».
Ha rinnovato l’alleanza con Miccichè e Lombardo, che nel corso degli ultimi tre anni, sono stati i principali avversari del Pdl in Sicilia. Perchè?
«Perché le ragioni della divisione erano molto deboli, e non avevano un rilievo nazionale. Gianfranco è stato uno dei fondatori di Forza Italia, e prima ancora un mio collaboratore. Siamo legati da decenni, lo considero un amico vero oltre che un politico brillante. E Lombardo, avendo provato a collaborare con la sinistra, si è reso conto che il futuro della Sicilia passa da un centrodestra forte».
Qui si è votato recentemente per le Regionali ed è emersa la forte influenza del voto di protesta (ai grillini) e anche la vittoria del patto fra Udc e Pd. Che riflessioni le suscita questo scenario politico?
«L’alto numero di voti ottenuti dai grillini alle regionali, come anche la vittoria clamorosa di Orlando a Palermo, hanno evidenziato una cosa: la Sicilia non ne può più della vecchia politica. Ci sono però due problemi: il primo è che il voto di protesta serve a sfogare un malumore ma non a migliorare le cose. Anzi, proprio perché non è efficace, alla fine ottiene l’effetto opposto: i centri di potere rimangono gli stessi. Grillo dice di voler cambiare la vecchia politica ma di fatto la consolida, perché rende inutili i voti per il cambiamento. Il secondo aspetto è che la Sicilia non può cambiare da sola: cambia se cambia l’Italia. Il problema è la crescita, che significa lavoro e ricchezza. È una grande questione nazionale, e solo noi abbiamo le idee per risolverla.
In caso di pareggio al Senato, qual è la proposta del centrodestra per uscire dallo stallo?
«Nessuna proposta, perché non ci sarà il pareggio. Vinceremo noi. Purtroppo una legge assurda impedisce di divulgare i dati dei sondaggi. Ma senza violare alcuna legge posso dire che ho tutte le ragioni per aspettarmi che saremo in grado di governare da soli. Comunque, la stagione delle grandi coalizioni è finita per sempre». (ma negli ultimi 20 anni cosa ha fatto?)
Alla fine dello spettacolo, i siciliani presenti hanno stretto mani, applaudito, ma non rideva nessuno. Però è stato bello sognare: ferrovie, alta velocità, autostrade, il ponte sullo stretto…la Sicilia per un giorno sarà sulle prime pagine, ma nessuno parlerà dei Siciliani sull’orlo del suicidio, i commercianti che hanno chiuso e quelli che chiuderanno, le aziende fallite, il lavoro che non c’è, le pensioni che non bastano a far sopravvivere. Silvio è stato bello tenerci nel sogno, ora siamo col culo per terra, e chissà se saremo in grado di riprenderci.