Mentre tutti sparano su Bersani, colpevole, a detta dei giornalai di destra dello stallo politico in atto, e da sinistra per la sua caparbietà nel volere dialogare con tutti (compresi i 5Stelle congelati in parlamento dal loro padre-padrone Grillo).Vedi le uscite del Renzi di turno, che distante dalla sede del Suo partito, ma presso i talk show della parte avversa, lancia strali verso il Suo segretario, definendolo perditempo e troppo molle nei confronti dei 5 stelle, umiliandosi a confrontarsi in diretta streaming con i grillini, che invece sono decisi a non fare politica o quantomeno vogliono avere solo un ruolo di opposizione e di controllo della vita parlamentare.
Sarà colpa del nostro buonismo politico o di un modo sbagliato di intendere la politica, ma noi non ce la sentiamo di sparare su Bersani e la sua tenuta di condotta, da quando ha vinto-perdendo le elezioni e ha fatto una analisi del voto onesta e puntuale. Cosa che non ho visto o sentito fare, sino adesso, né da Berlusconi, né tantomeno dal Grillo (tanto fumo e niente arrosto).
Crediamo, come tutti, che il Paese è attraversato da una crisi fuori del comune e necessita di soluzioni rapide e congrue alla situazione, e prima di tutto necessita di un governo nel pieno dei suoi poteri e forte del sostegno di quanti hanno a cuore le sorti degli italiani: e innanzitutto serve senso di responsabilità e serietà nell’affrontare la situazione economica e sociale del Paese .
Responsabilità e serietà, che non ho visto i molti protagonisti della politica italiana: Bersani, checché ne dicano gli oppositori interni ed esterni, ci ha dato la sensazione (forse sbagliata) di essersi fatto carico (da solo) della Responsabilità necessaria e sta affrontando con Serietà, pronunciando una parolina magica “Cam- bia- mento”, scandendola per come l’ho scritta, per essere comprensibile a destra e a sinistra e la ha ripetuta in tutte le salse.
Cambiamento, che in senso etimologico, equivale a Rivoluzione: e non serve forse la rivoluzione in questo paese? O pensiamo che serve semplicemente una transizione, che andava fatta nel 92 all’indomani di mani pulite e che non si è attuata in 20 anni di consociativismo? Il tempo è finito, oggi serve solo una rivoluzione o per dirla più morbida alla Bersani, serve il Cambiamento.
Non serve più mettersi insieme a fare una Grosse Coalition, che auspica Berlusconi e tutti i privilegiati di un sistema che crolla a pezzi; non serve l’ennesimo inciucio che provocherebbe il collasso definitivo del Paese e del sistema Italia. Siamo alla fine di un epoca e di un sistema di non sviluppo provocato dai troppi compromessi di partito e da una commistione di interessi indicibili. Siamo alla catastrofe e ancora qualcuno pensa che le cose si possono rimettere a posto con accordicini di bottega.
Se Napolitano aveva previsto per sé una fine di settennato semplice e pieno di lodi per il Suo operato ha visto deluse le sue aspettative, anche per colpe Sue. Non gli sono bastati due anni di festeggiamenti per il 150° dell’unità, per fargli ritrovare un Paese più diviso che mai, con aspirazioni indipendentiste non senza motivo, per la Gestione degli ultimi 2 anni in cui ha permesso una continuità ad un governo Berlusconi, già sfiduciato dal consesso internazionale e non ultimo la gestione del Governo Monti, che ha fatto fare al Paese un salto all’indietro di 25 anni, con tutti i parametri economici e sociali in negativo; lascia un Paese in macerie Napolitano ed ora ,come Ponzio Pilato, ha preferito prendere le distanze dalle Sue responsabilità e lasciare ad altri la scelta di affidare un mandato pieno a Bersani per formare un governo di minoranza si ma di Cambiamento, che potrebbe trovare in Parlamento quella fiducia della speranza nei tanti senatori di buon senso, che sapranno valutare le cose che servono al Paese e votarle e quelle che non servono: un governo si valuta su quello che fà e non su quello che dice; perchè per tutti (compresso i Grillini) e non solo per noi è venuto il momento del fare …e presto.
Basta suicidi, basta declino, basta parole…servono i fatti: O governo della speranza o speranza della rivoluzione.