Italia in campagna elettorale continua. Non se ne può più.
Gli errori di una classe dirigente imbelle e parolaia non possono sempre gravare sui popoli.
Un giorno questi potrebbero svegliarsi dal loro torpore, provocato dai sedativi mediatici di un sistema autoreferenziale e allora saranno cavoli amari.
Se la prospettiva è una crisi infinita e senza speranza, si aprirà una stagione di rivolte, che difficilmente si potranno placare con governi pagliacci.
Sei mesi di costi benefici per partorire un NI TAV (Decreto del fare nulla e del rinvio) in attesa di chissà quale manna dal cielo.
Intanto siamo in recessione, è colpa dei mercati? anche ma noi ci mettiamo del nostro, in termini di credibilità.
Italia in mano a nessuno, senza guida e senza nerbo.
I cittadini sono in lotta continua per la sopravvivenza, mentre i partiti continuano a parlare di se stessi.
I grillini, in stato di confusione totale, preoccupati soltanto di portare il loro movimento alle prossime elezioni europee, per capire se è il caso di continuare a ingrassare Salvini o tornarsene a fare la protesta.
Ai cittadini non interessa se cade il governo o no, se i grillini diranno si o no alla TAV.
Ai cittadini interessa come sbarcare il lunario, se domani saranno in grado di portare un tozzo di pane a casa oppure pensare al suicidio, dato che nulla si muove sotto il cielo.
Un governo che prende tempo, che gioca al rinvio, per gestire non la situazione catastrofica dell’Italia, bensì l’equilibrio instabile dei partiti al governo, preoccupati solo di perdere le loro poltrone, al timone di una nazione in frantumi.
Andiamo avanti a forza di escamotage per superare l’impasse TAV, in attesa che parta l’elemosina di stato o per meglio dire una forma di voto di scambio, chiamato reddito di cittadinanza.
Invece di preoccuparsi come rilanciare gli investimenti e creare la prospettiva di realizzare posti di lavoro , bloccano lo sviluppo del paese.
Italia in recessione e loro bloccano la TAV. Allora si preparino per subire uno tsunami rivoluzionario, che da un giorno all’altro potrebbe travolgere tutto e tutti:
i Gilet gialli in Francia, i pastori sardi e i forconi in Sicilia, in Italia, non vi sembrano segnali di rivolta.
Se i plebei incroceranno le braccia i Patrizi moriranno di fame.