Expo: arriva la task force contro la corruzione
Vigilerà Raffaele Cantone, Renzi: «Ci metto la faccia». Scajola, giallo su un conto alla Camera per finanziare Matacena
«Ad oggi non c’è stata alcuna indicazione dalla Procura di fermare o rivedere alcune delle gare già assegnate. La Procura ci sta dicendo di andare avanti». Così il commissario all’Expo di Milano, Giuseppe Sala, in audizione alla commissione Antimafia, mentre la politica annuncia una task force anticorruzione e nel carcere di Opera sono in corso gli interrogatori di 6 dei 7 arrestati negli ultimi giorni, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta.
Renzi chiama Cantone
Mentre i magistrati ricostruiscono il giro d’affari della ‘cupola’, che sembra andare ben oltre l’Esposizione, Matteo Renzi chiama a vigilare su Milano Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. «L’unica cosa da non fare è cancellare Expo. Sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia, sarebbe come ammettere che l’illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia» dice il magistrato napoletano in un’intervista a “Il Mattino” di Napoli in cui chiede alla politica di «rialzare la guardia». Cantone vigilerà sull’Expo
Al vaglio dei pm gli affari della ‘cupola’
Sul fronte delle indagini, intanto, emergono nuovi dettagli. Il terzetto Frigerio-Greganti-Grillo avrebbe voluto fare affari anche con i ‘servizi’ di competenza della Provincia di Milano ed allargare i suoi interessi oltre l’Expo, Sogin e la sanità. Dalle perquisizioni effettuate dalla Gdf e dalla Dia di Milano emergono, infatti, i dettagli dalle perquisizioni: gli investigatori hanno sequestrato 10mila euro in contanti a Sergio Cattozzo e 2000 euro allo stesso Frigerio, mentre ammonterebbe più di mezzo miliardo di euro il valore complessivo degli appalti su cui la “cupola” aveva messo gli occhi. La cupola puntava anche alla sanità
Scajola: un conto all’estero per Matacena
Ci sarebbe anche un conto corrente bancario aperto presso la tesoreria della Camera dei deputati fra i canali attraverso i quali partivano soldi destinati ad Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia latitante a Dubai dopo una condanna definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Su quello stesso conto sarebbe dovuto transitare il denaro necessario per finanziare il trasferimento dell’imprenditore calabrese in Libano; trasferimento che, secondo l’accusa, l’ex ministro Claudio Scajola avrebbe tentato di favorire. Il particolare emerge dalle carte dell’inchiesta “Breakfast”, che ha portato in carcere,oltre all’ex ministro, anche Chiara Rizzo, la moglie dell’armatore latitante arrestata ieri all’aeroporto di Nizza.