Habemus inciucium maximum. Una questione di famiglia.

Enrico Letta faceQuesta l’avevamo già “Letta”. Un mediatore politico, Enrico Letta, da vice di Bersani nel PD, passa al ruolo di Premier del prossimo governo dalle larghe intese, PD+PDL, come dire un matrimonio incestuoso, semplicemente inteso come Inciucium Maximum, tutti insieme appassionatamente.

Enrico Letta è stato incaricato di formare il nuovo governo ed ha accettato con riserva. Subito dopo l’incarico, Letta, si è detto “sorpreso” ma anche “molto determinato” per dare “risposte forti alla crisi” e portare avanti riforme come priorità. Letta si accinge a tornare a palazzo Chigi da Presidente del Consiglio, da lui ben conosciuto e frequentato da anni come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del secondo Governo Prodi dal 2006 al 2008 e da Ministro dell’Industria e delle Politiche Ue nei due governi D’Alema (primo e secondo, 1998-2000) e nel successivo secondo Governo Amato (2000-2001).

Un protagonista della politica italiana, mai troppo esposto in prima linea. Come lo zio Gianni, anche Enrico Letta ha sviluppato doti di mediatore preferendo lavorare nelle retrovie dei partiti per tessere le trame. A Pisa, Letta ha frequentato Scienze Politiche alla scuola Superiore Sant’Anna e a venticinque anni è già una promessa dell’universo democristiano, come presidente dei giovani Dc europei. Passa dal Partito Popolare alla Margherita, prima di entrare nell’Ulivo insieme a Romano Prodi, di cui sarà un fedele sostenitore nella futura galassia delle correnti del Partito Democratico. Fra zio (Gianni Letta) e nipote (Enrico Letta) Palazzo Chigi sembra diventato un affare di famiglia: da un Letta ad un’altro Letta.

Per molti è stato fin da subito una promessa della politica italiana, nonostante sembrasse condannato al ruolo dell’eterno secondo. In realtà Letta può vantare tanti record in carriera: è stato il più giovane ministro della Repubblica ai tempi del governo D’Alema del 1998, quando fu nominato al dicastero per le Politiche Comunitarie. Poi è ministro dell’Industria e successivamente sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei governi Prodi. Dopo aver ceduto il posto a palazzo Chigi allo zio Gianni Letta, sottosegretario del premier Berlusconi, si dedica alla costruzione del Partito Democratico.

Alle primarie per la scelta del segretario del nuovo partito è terzo dietro a Rosy Bindi e Walter Veltroni. Ministro “ombra” al ministero del Welfare durante il governo Berlusconi, Letta scala poi i vertici del partito, dove siede sulla poltrona di vice-segretario nell’era Bersani fino alla debacle del Pd nell’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica, una sconfitta che l’ha trascinato nell’azzeramento dell’intera segretaria del partito.

Questo in brevi linee il ritratto del nuovo premier incaricato. Quello che farà lo vedremo nei prossimi giorni quando appronterà la squadra di governo e presenterà il suo programma di lavoro. Di una cosa possiamo essere certi sin da subito la parola “cambiamento” possiamo eliminarla dal vocabolario dell’agenda di lavoro del prossimo governo. Quindi non sarà il famoso governo del cambiamento, tanto caro a Bersani e bocciato dal suo stesso partito, e che gli è costato la testa e il corpo del suo PD, che esce frantumato e sull’orlo di una scissione, se non della scomparsa di una struttura di partito nata già morta.

Ecco il video della dichiarazione rilasciata al Quirinale:

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