La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi sarà riconsegnata dopo 46 anni a Palermo in una perfetta riproduzione, altamente tecnologica
L’opera di Caravaggio La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi dipinta nel 1609 e trafugata dall’Oratorio della Compagnia di San Lorenzoa Palermo nel 1969, torna a vivere in una fedelissima riproduzione, altamente tecnologica, che sarà riconsegnata alla collettività sabato 12 dicembre a Palermo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il dipinto è considerato l’opera d’arte figurativa di maggior rilievo nel mondo tra quelle di cui non si conosce la sorte.
L’iniziativa è stata voluta e realizzata da Sky, che ha commissionato il progetto a Factum Arte, la società specializzata nella realizzazione di fac-simile pressoché perfetti delle opere d’arte. La Natività è stata ricostruita attraverso tecniche di stampa altamente innovative da un team composto da architetti, informatici. L’intero progetto vivrà per il pubblico anche in versione documentaria per il piccolo schermo, distribuito al livello internazionale, contribuendo a promuovere in Europa il ritorno di una nuova versione dell’opera e i luoghi che la ospitano.
Operazione Caravaggio – Mistery of the Lost Caravaggio – è il titolo della produzione creata da Sky Arts Production Hub, il nuovo centro d’eccellenza europeo per la produzione di programmi sull’arte con sede a Milano – che andrà in onda su Sky Arte HD (canali 120 e 400) a gennaio 2016, e contemporaneamente negli altri Paesi europei in cui opera Sky.
Il programma documenterà la storia de La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi e della scelta di riprodurre l’opera per restituirla alla città di Palermo, un progetto ambizioso e in grado di dare una nuova vita al celebre dipinto, ma che al tempo stesso apre un inevitabile confronto sulla possibilità di rendere eterna un’opera d’arte pur perdendone l’originale.
Sparizione e ritorno di un dipinto leggendario dalla storia avventurosa
di Biagio Coscia
«Per noi rimane un mistero e una priorità, come un latitante che stiamo ancora cercando», ha scritto Piero Grasso, attuale Presidente del Senato, ex magistrato che in prima persona si è occupato del furto della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi dipinta da Caravaggio e rubata nell’oratorio della compagnia di San Lorenzo a Palermo la notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969. Grasso nel parla in “Operazione Caravaggio – the mistery of lost Caravaggio” di Peter Glidwell, un documentario realizzato da Sky Arte HD che sarà trasmesso il 6 gennaio in Italia, Inghilterra, Germania e Austria. La prima produzione di Sky Arts Production Hub, dedicato alla realizzazione di programmi sull’arte e contenuti artistici rivolti agli abbonati di una vasta area dell’Europa.
Il valore del dipinto supera i venti milioni di dollari, ma il valore culturale è incommensurabile. Citato da vari pentiti e capimafia nel corso di processi, il dipinto è diventato merce di scambio per ottenere sconti di pena ma dove sia ora è un mistero. La tela potrebbe essere stata sepolta dalle macerie del terremoto irpino del 1980 dove stava per essere venduta proprio la sera del sisma. Un’altra ipotesi è che i ladri non siano riusciti a venderla intera e l’hanno fatta a pezzi. Oppure è stata abbandonata in una porcilaia o sepolta con armi e un carico di droga in attesa di tempi migliori e forse dimenticata. Il dipinto che il 12 dicembre, alla presenza del presidente della Repubblica, tornerà al suo posto nella cornice sull’altare dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, sarà molto più di una copia. Un clone, che riproduce ogni pennellata, ogni timbro di colore, ogni ombra, tutte le asperità della tela originale, ogni imperfezione, ogni meraviglia. Il documentario di Sky Arts Production Hub è un’operazione molto più complessa di quello che sembra. “Operazione Caravaggio” racconta dell’incredibile lavoro di Factum Arte, una fondazione fondata da Adam Lowe, che ha rimaterializzato il dipinto rubato partendo da una foto che Enzo Bray, fotografo siciliano, scattò un anno prima del furto.
Una immagine bella ma non sufficiente per realizzare una copia scala 1:1 del dipinto. Comunque una traccia importante per cominciare a capire i colori e soprattutto le ombre utilizzate da Caravaggio nel dipinto. Come in un lavoro di investigazione la squadra di Factum arte ha ricostruito prima di tutto la storia e la datazione del dipinto. Collocarlo nel punto esatto della storia del suo autore è stato uno dei passi principali per poter trovare le informazioni relative ai colori e alla tecnica utilizzata in quel periodo. Il colore dei volti, quello della pelle delle braccia, sono state ricavate da dettagli di altri dipinti realizzati presumibilmente nello stesso periodo. La tela è stata scomposta in tante piccole parti. Piccole tessere colorate incollate su foto di frammenti del dipinto in toni di grigio hanno costituito un catalogo di colori inedito che ancora di più ricostruisce la grandezza di uno dei massimi pittori di tutti i tempi. Alla base di tutto è la ricerca del bianco. Come il direttore della fotografia, Adam Lowe, ha “fatto il bianco” direbbe un operatore oggi, e quindi cercato la base di partenza per tutti gli altri colori. Centimetro per centimetro, sono stati studiati i versi delle singole pennellate. Analizzate e riprodotte le asperità della tela utilizzata, le quantità di colore, le correzioni, le modifiche. Poi è stata realizzata una stampante in grado di riprodurre su tela della stessa grandezza dell’originale una prima base sulla quale intervenire più volte a mano.
Dotata delle tecnologie più avanzate, la squadra di super esperti ha base a Madrid e uffici anche a Milano e Londra. Negli spazi che si trovano in una serie di capannoni della sterminata periferia della capitale spagnola prendono vita opere d’arte contemporanea che esistono solo nella mente degli artisti, e vengono riportati alla realtà materiale, atomo dopo atomo, reperti archeologici egiziani, assiri. Uno studio a grandezza naturale del cenacolo sovrasta un’area dedicata allo studio di altri dipinti del Caravaggio. È l’operazione più incredibile di Factum Arte: «Restaurare un quadro senza toccarlo – dice Gabriel Scarpa – L’originale rimane dov’è. Si lavora su tutta una serie di informazioni che vengono recuperate con acquisizioni non invasive, con tecnologie laser e tridimensionali. Si lavora poi su quello che il tempo produce sui colori utilizzati. Poi si torna indietro, oppure si corre avanti. Che aspetto avrà il dipinto fra 500 anni? E quindi, quali erano i colori quando fu realizzato?». Sono dati che, una volta acquisiti, rimangono nei secoli più a lungo delle opere. Factum Arte è come una macchina del tempo e visitare i laboratori che sono a Madrid, è un’esperienza surreale. Nella periferia della capitale spagnola si incontrano almeno quattro millenni di storia dell’arte. Frammenti di templi babilonesi, tavolette con la scrittura cuneiforme, il cenacolo di Leonardo da Vinci a grandezza naturale, l’arte contemporanea e poi Caravaggio.
Nei laboratori ci sono gli strumenti di acquisizione di immagine all’avanguardia. Nel caso della Natività del Caravaggio per il documentario si Sky Arte, il quadro viene illuminato con la luce che avrebbero delle candele, con quella del sole, con quella di taglio di un laboratorio. Si crea un modello possibile di ragionamento del Caravaggio basato soprattutto sulle altre sue opere. Frammenti di opere. Frammenti di ombre, che, come dice il ragazzo che manovra l’enorme stampante sperimentale, «sono una cosa quasi impossibile da riprodurre, le zone d’ombra disegnate da Caravaggio hanno una quantità di informazioni che spesso ci sfugge». L’opera di un genio che sfida tutti i componenti di Factum Arte, anche quelli che spediti all’Istituto del restauro di Roma, hanno trovato le immagini in bianco e nero realizzate in un precedente restauro. Inutili per il colore, ma fondamentali per capire la direzione delle pennellate, la velocità di esecuzione, l’ombra delle ombre. Adam Lowe si appoggia distratto a una riproduzione di un Lammassu, e chiama orgoglioso i suoi collaboratori. Uno è esperto di colori, un altro manovra una sfera cava attorno alla quale ruotano nove reflex in grado di fare un ritratto in 3D ad alta definizione, altri elaborano dati delle trame sotto i colori. «Adam è come un direttore d’orchestra – spiega Peter Glidwell, esperto d’arte e autore del documentario – qui ci sono i suoi orchestrali, ma sono tutti dei solisti eccezionali. Abbiamo uno spartito, le foto e delle tracce, e come accade per la musica barocca, possiamo interpretare, ma in questo caso siamo molto rigorosi».
Questo articolo è tratto da Sky evening news.