Mangiare pesce almeno una volta alla settimana aiuta a prevenire l’ Alzheimer nelle persone che hanno la malattia già “scritta” nel Dna .
Nessun timore per quanto riguarda il mercurio: sebbene tenda ad accumularsi nel cervello, i suoi effetti sono comunque ampiamente superati dai benefici. E’ quanto dimostra un nuovo studio pubblicato su JAMA dal Rush University Medical Center di Chicago.
I ricercatori hanno monitorato per dieci anni le abitudini a tavola di quasi 300 anziani, arruolati nel Memory and Aging Project (MAP) quando ancora non presentavano problemi cognitivi. Al momento del decesso, avvenuto in media all’età di 90 anni, sono stati sottoposti ad autopsia per valutare le condizioni del cervello e gli eventuali segni di demenza.
Dai risultati è emerso che consumare regolarmente pesce (almeno una volta alla settimana) permette di rallentare la progressione dell’Alzheimer negli anziani a rischio perché portatori del famigerato gene ApoE-4.
I ricercatori hanno anche condotto analisi specifiche per valutare se il pesce consumato avesse aumentato i livelli di mercurio nel cervello dei pazienti, con possibili effetti tossici, e i risultati sembrano essere rassicuranti: sebbene la concentrazione del metallo nei neuroni tenda a crescere, non favorisce in alcun modo la comparsa dei segni tipici dell’Alzheimer, come l’accumulo della proteina tau e la formazione di placche di amiloide.