Istat, Italia in recessione.

Italia è in recessione. Renzi, testa di legno di un Paese Fallito.Istat conferma crescita negativa.

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Le rilevazioni dell’Istat certificano un nuovo calo nei primi tre mesi la crescita era stata negativa per lo 0, 1%. Questa seconda flessione riporta l’Italia tecnicamente in recessione. Su base annua il pil fa segnare un – 0, 3%. “Il Pil italiano peggiore delle attese ritarda di nuovo la ripresa e avrà un impatto negativo sulle finanze, ma è troppo presto per fare valutazioni sul deficit.

Ulteriore corrente di vendite in Piazza Affari, debole dall’avvio di seduta e appesantita dal dato del Pil: l’indice Ftse Mib – ampliamente il peggiore in Europa – perde il 3%. Sospensione in asta di volatilità per Fiat (-8% teorico), Bpm, Mps e Atlantia. Unicredit e Intesa cedono il 4%, tengono Pirelli e Tod’s.

Il ribasso del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre sembra risentire dell’indebolimento della spinta da fuori confine. Dal lato della domanda, spiega infatti l’Istat, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale, al lordo delle scorte, risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. L’Istat, diffondendo le stime, spiega come si tratti di dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. A riguardo evidenzia che il secondo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia a confronto con il trimestre precedente sia rispetto allo stesso periodo del 2013.  Il calo congiunturale del Pil nel secondo trimestre è il risultato di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica, ovvero agricoltura, industria e servizi. Guardando agli altri Paesi, per cui è disponibile la stima sul secondo trimestre, l’Istituito di statistica sottolinea che il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1% negli Stati Uniti (+2,4% in termini tendenziali) e dello 0,8% nel Regno Unito (+3,1% su base annua).

Al di là delle parole, con i fatti il governo Renzi dimostra che è in piena continuità dei governi Letta e Monti. Quello che pensiamo noi è che ci si occupi di stabilizzare i partiti al loro interno e non della stabilità che necessita al paese per  risollevarsi dalla depressione.

Il Sistema Italia è bloccato ed incapace di dare una svolta, un colpo d’ala che, prenda i soldi dove sono, e non dai soliti noti, per annientare definitivamente una classe media ormai in povertà e senza speranza.

Ci sono ormai da tempo i segni di un malessere sociale diffuso e il governo e tanta parte politica cercano di voltare la faccia da un’altra parte.

Il lavoro che non c’è, è il vero problema degli Italiani e quindi del governo, ed è su questo terreno minato che cammina il nostro Renzi; è lo stato sociale allo stremo, che deve far tremare i polsi al governo; sono le aziende che continuano a chiudere; sono i commercianti che abbassano le saracinesche; sono le persone senza reddito (disoccupati, precari, giovani,pensionati, esodati), che devono far riflettere questo governo a trovare immediatamente soluzioni per questi problemi già detti e ridare speranza ai milioni di cittadini in difficoltà e in preda alla disperazione.

Eviti il governo di esasperare la disperazione e non metta sempre davanti i limiti e le rigidità dell’Europa nei confronti dell’enorme debito pubblico italiano, come alibi per non fare nulla.

Il Sistema Italia salta fra rigori d’Europa  e questo governo qualsiasi, voluto a tutti i costi dal nostro Presidentissimo Napolitano, formato da dilettanti allo sbaraglio, incapaci  di imporre gli interessi del Sistema Italia ad una Europa bancaria e usuraia.

L’Italia è fallita, ma a nessuno conviene di dichiararlo; e allora si permette il fallimento dei singoli, delle aziende meno protette, e ci si prepara a svendere tutte quelle partecipate, che ancora riescono a fare utili; e poi? E poi ci sarà la catastrofe e non c’è bisogno di essere professori in economia per prevederlo.

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