Un Grillo stanchino dispone un direttorio ma i soldatini di piombo si ribellano

grillo e il direttorio

Il crollo elettorale, le espulsioni, le critiche dai parlamentari e dalla base del MoVimento, arrivati fin sotto casa sua. Alla fine un Grillo “stanchino” dispone un direttorio, formato da cinque persone scelte da lui: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia, che  si incontreranno regolarmente con lui per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del MoVimento 5 Stelle.

 I soldatini di piombo si ribellano al direttorio di Grillo, ma c’è molta incertezza sul loro futuro. Il giocattolo si è rotto.

Dopo le espulsioni di Massimo Artini e Paola Pinna e la scelta di Beppe Grillo di nominare un direttorio di cinque persone chiedendo alla Rete solo di ratificare la sua decisione, un nutrito gruppo di deputati è pronto a fare le valigie.

Almeno 30 sarebbero sul punto di rassegnare le dimissioni dal gruppo per passare in blocco al Misto , in segno di protesta contro «scelte calate dall’alto», senza un dibattito interno e una consultazione con gli iscritti, come prevede invece il regolamento dei cinque stelle.

Una violazione insopportabile per chi nel Movimento ha creduto, e forse crede ancora, ma non è più disposto ad andare avanti a queste condizioni, ingoiando bocconi amari, cucinati lontano da Roma.

La scelta di Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia come vice-G&C non piace a molti cittadini-portavoce. Quasi la metà della truppa.

«È la fine di un sogno. Uno non vale più uno» è l’amaro sfogo di un deputato meridionale, molto seccato dal comportamento del comico genovese.

L’espulso Artini intanto è pronto a querelare Grillo per diffamazione e calunnie ai suoi danni, contenute nel post pubblicato giovedì 27 novembre dal blog, che praticamente invitava alla cacciata del deputato e della collega Pinna.

Insomma, se le voci dovessero trovare conferma nei fatti, i pentastellati passerebbero dagli apriscatole alle carte bollate in meno di due anni. Sul futuro dei dissidenti, poi, pesa un’altra incognita: abbandonare il Movimento 5 stelle, ma per fare cosa? E soprattutto, con chi?

Uno dei leader ‘papabili’ sarebbe il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ormai in rotta di collisione costante con Grillo che, stando alle voci interne, si sarebbe reso disponibile, ma a condizione che il primo passo lo facciano quei parlamentari in dissenso con la linea del capo politico. Una sorta di ‘prova di fiducia’, come spiega un deputato molto vicino al primo cittadino emiliano, che gli farebbe mettere da parte ogni remora prima di iniziare questa avventura stimolante e rischiosa. I dubbi di Pizzarotti, però, sono indicativi di come il clima sia confuso in casa pentastellata.

Quale sentimento prevarrà in quel pezzo di Movimento insofferente ai diktat di Beppe? Se restano, saranno costretti ad accettare tutto ciò che gli verrà ‘calato dall’alto’.

Se mollano, andranno incontro a una salita durissima. In ogni caso il passaggio che vive il M5s sarà decisivo per il futuro. Della serie: bere o affogare.

GRILLO PARLO IOBarbanti, Beppe ha perso la bussola, così andiamo verso l’autodistruzione

«Grillo ha perso completamente la bussola, ormai M5S ha preso una deriva vergognosa e imbarazzante ». Chi parla è Sebastiano Barbanti, deputato dissidente, che, due giorni fa ha sfidato il tabù dei talk-show imposto dai vertici, partecipando ad ‘Agorà’. Il parlamentare calabrese parla del suo  disagio dentro un movimento in cui «non si rispettano più le regole e le decisioni vengono calate dall’alto senza un minimo di confronto preventivo».

Giudica antidemocratiche le espulsioni dei suoi colleghi Artini e Pinna, perché il voto sul blog non è stato preceduto da un passaggio nell’assemblea dei gruppi parlamentari, e tra l’altro ritiene queste epurazioni ingiustificate dai fatti: Pinna e Artini i soldi li hanno restituiti, parlano i bonifici. E’ lampante che quella degli scontrini sia solo una scusa per far fuori chi non si unisce al coro.

Grillo ci deve spiegare il motivo di questo gioco allo sfascio

Sinceramente, così stiamo andando verso l’autodistruzione. E a schiantarsi definitivamente manca davvero pochissimo.

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