Sinistra, fra faide, litigi e ricorsi, dove và?

Fra faide, litigi e dichiarazioni al veleno dove và la sinistra?
Questa è la domanda che si fa quel mondo sommerso della sinistra italiana.

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Renzi alla scuola del Pd: “Al mondo non interessano nostre liti”
Alla scuola di formazione del Pd, Matteo Renzi, come al solito manda subito un segnale messaggio alla minoranza dem, riunita a Perugia, e come sempre attacca accusando quella parte del PD, che al mondo di fuori non interesano le discussioni di politica interne al PD.
Poi invita tutti a non farsi del male da soli: “Essere di sinistra non è fare le manifestazioni sull’articolo 18 ma aumentare i posti di lavoro. Essere di sinistra significa cercare di cambiare la realtà per quella che è e non la realtà parallela delle nostre discussioni interne, hanno distrutto loro l’Ulivo”. «Quando erano al governo hanno iniziato a dividersi e mandare a casa chi doveva fare il cambiamento. Quelli che oggi chiedono più rispetto per l’Ulivo e la sinistra sono quelli che hanno distrutto l’Ulivo e hanno consegnato l’Italia a Berlusconi, non accetto lezioni da nessuno».
«Chi cerca di utilizzare strumentalmente il risultato delle amministrative in chiave interna sta sbagliando campo di gioco – ha detto ancora il numero uno del Nazareno -. Il campo di gioco c’è, chi vuole mandarmi a casa la battaglia la farà al Congresso del 2017. L’elemento di confronto interno è nel Congresso, è questa la novità del Pd».
Pier Luigi Bersani 03La replica di Bersani: «Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?».
Nel suo intervento il premier ha rivendicato alla sua linea di condotta il fatto di essere una vera sinistra. Suscitando però l’ironia di Pier Luigi Bersani: «Se lui è la vera sinistra, noi cosa siamo?». E su quanto ha detto Renzi a proposito dell’Ulivo, ha aggiunto: «Affermazioni del genere non meritano un commento, Renzi ricordi che noi lo abbiamo fatto l’Ulivo».Pier Luigi Bersani è arrabbiato e sbotta che”Renzi governa con i miei voti di centrosinistra” Non gli è piaciuto l’attacco di Matteo Renzi rivolto alla minoranza Pd (“Chi mi critica ha distrutto l’Ulivo”, ha detto il premier-segretario parlando alla scuola di formazione dem). E al suo arrivo all’ultima giornata della kermesse di Sinistra riformista a Perugia, l’ex segretario ha voluto replicare a tono: “Sì, mi sono arrabbiato molto, se mi toccano l’Ulivo… Se al corso di formazione politica vai a dire che la sinistra ha distrutto l’Ulivo, che abbiamo aiutato Berlusconi… Ricordo che il centrosinistra ha battuto tre volte Silvio Berlusconi e che, pochi o tanti voti che io abbia preso, Renzi sta comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, io centrosinistra”.”Io, assieme ad altri – ha aggiunto l’ex segretario PD – sto cercando di tenere dentro il Pd della gente che non è molto convinta di starci. A volte si ha l’impressione, invece, che il segretario voglia cacciarla fuori. Il segretario deve fare la sintesi, non deve insultare un pezzo di partito”.
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D’ Alema torna ad attaccare Renzi, che vede troppo attaccato alla poltrona, e al riguardo delle amministrative prevede una sconfitta del PD se si continua a demonizzare la minoranza Dem.
Il malessere che attraversa il partito democratico è grave: ormai il PD è in mano a un manipolo di persone arroganti e autoreferenziali e nessuno può escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito.
Oggi è diventato necessario un lavoro di ricostruzione del centrosinistra. Non un partitino alla sinistra del Pd. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. «L’unità del centrosinistra non c’è più». Il problema- conclude D’Alema- è che nel PD qualcuno sta «cercando di dare la colpa a qualcun altro del fatto che forse queste amministrative le perderemo.

bassolinoEd infine Bassolino attacca Renzi, presentando un nuovo ricorso e minacciando di presentarsi lo stesso con una lista civica.
La polemica sulle primarie a Napoli continua a colpi di ricorsi. Dopo la bocciatura immediata del primo, ora si raddoppia: Bassolino ci riprova, chiedendo l’annullamento del risultato della consultazione. Due volte sindaco, due volte presidente della regione, Bassolino è un osso duro, e di mollare proprio non se ne parla. Si voterà a giugno, e per la presentazione delle liste la tempistica è di 35 giorni prima del voto. Non c’è fretta per meditare sul da farsi. I rumor ventilano sulla possibilità di una lista civica, col rischio per il Partito Democratico di ritrovarsi con un nuovo “caso Liguria”. Un avvertimento lanciato a Renzi dal Bassolino “osso duro”, che ha già chiamato a raccolta i suoi e li ha incitati a tenersi pronti ai materassi.

Se non è faida questa , come vogliamo chiamarla?
In altro articolo, a cui vi richiamiamo, avevamo esposto le nostre perplessità nella conduzione del PD a trazione Renziana. E al riguardo non comprendevamo l’atteggiamento tenuto dalla minoranza Dem, che alla fine ha sempre votato quello che Renzi ha provato a mettere in campo. Noi è da tempo che avevano subodorato la voglia di liberarsi dei rompicoglioni interni e quindi diventava sempre più incomprensibile la presa di posizione della parte sx dei democratici, specialmente sulla questione Riforme costituzionali e legge elettorale. Ora ci sembra che siamo arrivati alla resa dei cinti, e questi malumori alla vigilia delle amministrative in grandi città, e soprattutto in attesa dei referendum su abolizione Senato e su Italicum, (la nuova legge elettorale).

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