Corre la riforma del Senato con sette articoli approvati in poco meno di 5 ore, e il nullista Renzi non nasconde la sua soddisfazione, in particolare per l’abolizione dell’indennità e il permanere dell’immunità dei futuri senatori .
L’abrogazione dell’indennità, la previsione di un mandato settennale e non rinnovabile per i senatori di nomina presidenziale e il mantenimento dell’immunità sono i tre paletti oggi messi in Aula a Palazzo Madama. Del resto, con l’ Lega e M5S sull’Aventino, il percorso del ddl è andato liscio come l’olio , e il dibattito non è mai i sfociato in proteste veementi o scenografiche.
Il primo articolo ad essere stato approvato è stato il terzo, che prevede la possibilità per il Presidente della Repubblica di nominare dei senatori «per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico o letterario » ma che preclude la carica a vita attualmente vigente. Fortemente simbolica l’approvazione dell’art.9, che abroga l‘indennità dei futuri senatori mentre l’art. 8, ma conferma l’immunità, che è quello che premeva di più al governo e al suo compagno di merende Silvio & C.
Il rischio, anzi la certezza, è che con l’immunità manderanno al Senato non il consigliere regionale più bravo, ma quello che avrà la fedina penale più pesante e quindi maggiormente a rischio di essere coinvolto in qualche inchiesta.( d’altronde il criterio di scelta dei candidati alla elezioni nazionali per Camera e Senato fino adesso).
Quindi non indennità ma immunità è il premio per i futuri Senatori, non eletti dai cittadini ma scelti senza elezione in base al curriculum penale: più reati hai in carniere e più possibilità hai di diventare Senatore.
Porcata? No. Solo precisa scelta della casta per salvarsi da passati, presenti e futuri reati. A forza di Ghigliottina parlamentare costringeranno la gente a preparare le Ghigliottine davanti ai Palazzi del potere.