Tra rabbia e speranza ha vinto la paura.

napolitano giorgioSi doveva parlare di Europa ed invece si è parlato solo di beghe interne. Grillo, se vinceva, andava a Roma e rimetteva in discussione Napolitano e lo stesso governo, e Renzi rispondeva che col voto per le Europee non cambiava nulla, perché i numeri in Parlamento non sarebbero cambiati. I sondaggi davano Grillo in sorpasso dello stesso PD e invece ha prevalso la paura: ancora una volta Napolitano esce il cilindro dal coniglio e si inventa un risultato, utile non solo per il presente, ma chissà per quanto tempo; la stabilità del sistema innanzitutto e così tutti uniti a fronteggiare l’antipolitica, l’antisistema, ne va della stessa continuità dell’Italia (fallita nei fatti e non perché lo diceva Grillo) unita. L’unità d’Italia, mai voluta e mai realizzata nei fatti, iniqua e ingiusta, è un valore solo per il nostro Presidente, quando si tratta di celebrarla, come la nostra Costituzione, definita bellissima, la più bella del mondo, nelle parole di Benigni, salvo stravolgerla nel suo impianto ad opera di un altro toscano, che adesso, alla luce dei risultati per le Europee, si sente legittimato a fare col beneplacito del nostro amato Presidente.

Il verdetto delle Europee, ottenuto non si sa come e perché, dice: Pd al 40,8%. Dal 1945 un Partito di Centro Sinistra mai così bene. M5S scende al 21,2%. Forte calo di Forza Italia (16,8%). Risorge la Lega (6,2%). Oltre il quorum  Ncd (4,4) e Tsipras (4,0).

Tutto calcolato al millimetro, hanno raschiato il fondo dell’elettorato di tutti i colori, chiedendo un sacrificio a tutti i privilegiati di questo paese, e a tutti i partiti, che ben volentieri si sono prestati a questo gioco scellerato, per non perdere quei privilegi a cui sono tanto abituati; il popolo, non c’entra niente il popolo, il quale si accorgerà ben presto  che è stato turlupinato da tutti, perfino da Grillo, che nell’ultima fase della campagna elettorale ne ha inanellato gaffe ed errori pur di perdere.

Renzi, quello del dico ma non dico, tanto l’ho già detto afferma in conferenza stampa che il voto non era un referendum sul governo, e non non lo considera un voto su di Lui. È un voto di speranza straordinario di un Paese che ha tutte le condizioni per cambiare e per invitare l’Europa a cambiare». Così Matteo Renzi incassa con il Pd il 40,81%, in termini assoluti oltre 11 milioni di voti e ringrazia tutti, da Berlusconi,ad Alfano e perfino Grillo, per averlo liberato dalla paura di perdere tutto quello che ha conquistato (senza meriti) in questi tre mesi appena trascorsi.

La Paura fa 40,8, sembrano i gradi di una febbre alta, e l’infezione è grave. La paura fa brutti scherzi e la febbre alta il più delle volte porta al delirio:

«L’Italia c’è – dice Renzi – è più forte delle paure che l’attraversano ed è in grado di incidere in Europa. Ora nessuno ha alibi per non fare le riforme». E continua nel suo delirium tremens che: “L’Italia chiederà che l’Europa si occupi di salvare le famiglie, le persone”. Pinocchio ( col naso più lungo di Berlusconi) nel Paese delle Meraviglie.

E infatti arriva puntuale il richiamo dell’Europa, che all’Italia mancano 9 miliardi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 e l’Istat, che parla di una impennata della disoccupazione, con i massimi livelli mai raggiunti e Squinzi (CONFINDUSTRIA), che parla che stiamo strisciando sul fondo e aggiungiamo noi : stiamo usando la perforatrice per vedere se al fondo del fondo c’è un altro fondo, ma di che paese parla Renzi, di quale Europa parla? L’Italia non c’è più da tempo, ed illudere le persone con le chiacchiere, che l’Italia c’è la può fare, non basta più.  E le vittorie di Pirro non servono a mascherare che il Sistema Italia è fallito. E nel frattempo scandali tangentizi che toccano sempre politici e di tutti i partiti senza distinzione.

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