Matteo Renzi : “va dove ti porta ArCore.”(1)

Il 06/12/2010  il sindaco di Firenze Matteo Renzi si è recato ad Arcore per incontrare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

renzi berlusconi

L’incontro nella residenza privata dell’ allora premier Berlusconi con Renzi fu giustificato dal fatto che quest’ultimo aveva bisogno di denaro per salvare i conti della città che amministrava. Il suo obiettivo era quello di far pagare una piccola tassa di soggiorno ai turisti, ma per il via libera serviva l’ok del governo.

Così venne spiegato l’incontro di Arcore. Ma perché un incontro privato per un obiettivo pubblico? Sarebbe stato più lecito che l’incontro si fosse svolto a palazzo Chigi e non nella residenza privata, dato che la stessa sembra essere off limits per molti esponenti dello stesso Pdl.

Allora gatta ci cova, visto che Berlusconi avrebbe in privato ammesso di nutrire una particolare simpatia per il giovane sindaco PD  e, a quanto pare,  Berlusconi avrebbe detto: Ce ne avessimo come lui. Secondo Berlusconi Renzi è un giovane promettente e coraggioso.

A quanto pare da tempo il premier lo tiene sott’occhio e in privato lo avrebbe lodato più volte. L’incontro ad Arcore ha destato particolare interesse.

Alla luce degli avvenimenti politici che si sono succeduti dopo quell’ incontro di Arcore ci sembra lecito pensare che di ben altro si è discusso in quel di Arcore. E visto che in Italia vanno di moda i Patti prima del Patto del Nazzareno dobbiamo collocare il Patto di Arcore.

RENZUSCONIAIl progetto di Renzusconi quindi parte da lontano in quel di Arcore, quando Verdini, su ordine di Berlusconi, invita il sindaco di Firenze nella villa di Arcore per mettere a punto un progetto politico strategico per impadronirsi dell’Italia e gestirla senza gli intralci di partitini rompicoglioni e senza possibilità di opposizione sia a dx come a sx, ecco perché necessitava un partito unicum, che mettesse dentro tutto e il contrario di tutto.

La casta resasi conto che era impossibile gestire democraticamente il paese, già fallito economicamente, doveva avere un piano B per uscire dalle secche dell’ingovernabilità e dalla possibilità che, in un momento elettorale di follia collettiva, motivata dalla crisi economica troppo lunga e di non facile soluzione, il comico di turno potesse prendere il potere e accedere nelle segrete stanze, piene zeppe di imbrogli, misteri e affari di stato a dir poco imbarazzanti.

Tutto serve per bloccare la presa del potere di Grillo, che rappresentava in quel momento l’antipolitica, l’anticasta e nelle intenzioni voleva rivoltare l’Italia come un calzino: nelle intenzioni perché poi nei fatti ha dimostrato tutti i suoi limiti di progettualità politica.

Ma torniamo al Patto di Arcore: Berlusconi sa di essere alle corde per i tanti problemi giudiziari, ma soprattutto di essere stato posato a livello internazionale e dall’Europa e dagli USA, a causa dei suoi rapporti privilegiati con Putin e con Gheddafi, e che quindi era solo questione di tempo, ma che sarebbe stato costretto ad abbandonare il campo; tra l’altro non era riuscito a crearsi nel frattempo un erede politico al suo interno e quindi rivolge le sue attenzioni al campo avverso e trova in Renzi la sponda giusta per invadere il campo ( avverso per modo di dire) e portare a termine quello che lui stesso non era riuscito a fare in 20 anni di governo.

Renzi, lusingato da tanto affetto interessato da parte di Berlusconi lo asseconda e per smania di potere accetta tutte le condizioni poste sul piatto da Silvio e accetta di fare la testa di legno di un paese fallito.

Già nel novembre/ dicembre del 2010 Berlusconi riceve le prime avvisaglie di quanto gli sta succedendo intorno e Napolitano gli dà i 30 gg., utili per attuare la compravendita di senatori (vedi Scilipoti e altri) e salvare per il rotto della cuffia il suo governo.

napolitano giorgioRe Giorgio, sotto pressing interno (trattativa stato-mafia) ma soprattutto esterno (USA, Merkel, Sarkosy etc.) si rende garante agli occhi europei ed americani per la “posatura di Berlusconi” e sotto ricatto inizia a preparare la fuoriuscita di B. e del suo governo: inizia  di la danza dello spread, il declassamento di Standard & Poor;  assistiamo ai sorrisetti sarcastici di Merkel e Sarkozy  e sottotraccia si prepara la sostituzione di B. con un fedelissimo Tecnico, il Prof. Monti, il quale viene pagato anticipatamente (con la nomina a Senatore a vita, senza motivazioni meritorie) col compito di salvare l’Italia dal baratro finanziario in cui la aveva precipitata B., dopo la tempesta dello spread, creato ad arte; e così nel novembre 2011 il sig. Monti viene nominato da Re Giorgio senatore a vita e subito dopo “curatore fallimentare” di una Italia fatta apparire sull’orlo del default, che come primo atto, il decreto “salva Italiaammazza gli italiani, precipitandoli in un incubo recessivo senza soluzione di continuità e provocando danni irreparabili alla fragile economia italiana (fragile solo per i gravi fatti corruttivi di politici, manager e classe dirigente corrotta e incapace a tutti i livelli). In questa bagarre da film di fantascienza abbiamo per un attimo dimenticato Renzi e il suo Ar Cord; và dove ti porta ArCore.

E così mentre Re Giorgio lavora in galleria per preparare il siluramento di B., un altro Giorgio, si mette sulle tracce di Matteo Renzi, e sulla scorta delle sue esperienze come direttore di Canale 5 e produttore di format televisisivi, il Nuovo Giorgio Gori diventa Guru di Renzi, preparando tutte le sceneggiature e il palinsesto, attraverso le Leopolde, con cui farà da “Spin doctor” all’americana per portare passo dopo passo Renzi alla conquista prima del PD e poi dell’Italia, senza passare mai al vaglio elettorale.

renzi e giorgio goriGiorgio Gori, cresciuto alla corte di B. e di Mediaset, viene messo sulle tracce di Renzi e già alla Leopolda del 2011, dopo un anno di lavoro oscuro e sottotraccia, lancia con le sue strategie mediatiche Renzi alla conquista prima del PD e poi del premierato in Italia. Qualcuno ricorderà il discorso di Renzi in quella Leopolda in  cui dichiara nel 2011 “ in quel momento mi sono reso conto che potevo fare la scalata all’Italia”.  

Già la terminologia usata “scalata”, “OPA” lasciavano intravedere quale visione aveva della politica e del Paese che di li a poco si accingeva a conquistare.

Mario MontiNel  novembre 2011 Berlusconi è costretto a capitolare e Re Giorgio chiama al capezzale dell’Italia sull’orlo del baratro il neo senatore a vita Mario Monti, il quale sottopone gli italiani ad una terapia intensiva tale da impoverire tutti e salvare il sistema bancario italiano con l’avallo di tutti i partiti che sono costretti a votare qualunque misura messa in atto per salvare il Paese(soggetto astratto) e col rischio di uccidere gli italiani (soggetti concreti) sottoposti a salassi insopportabili.

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