Italia, è sempre più Babele.

In Italia è sempre più Babele! C’è da decidere per la ripresa, ossia la rimessa in moto del motore Italia, rimasto senza benzina.

torre di babele

Nonostante la mia esperienza, gli studi no,( perché mi sembra di essere riuscito soltanto a completare il ciclo dell’asilo infantile e qualche classe di scuola serale), debbo confessare la mia incapacità a decifrare, o meglio, a interpretare quello che ha fatto il governo Monti (quello dei professori) e ancor meno quello che sta facendo l’attuale governo, nonostante le grandi intese.

C’è da decidere per la ripresa, ossia la rimessa in moto del motore Italia, rimasto senza benzina.

Ma nessuno ha capito cosa si dovrà fare per portare a compimento questa delicata operazione. Chiacchiere, che vengono sopportate senza entusiasmo da gente obbligata a farlo, perché non ancora pronta per vincere eventuali nuove elezioni. La solita ipocrisia, insomma, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo.

Ma si può andare avanti così? No, cari amici. Io ero appena nato quando, alla fine della guerra, trovammo niente su cui appoggiarci per ripartire. Eppure siamo ripartiti, e alla grande, tanto da portare l’Italia tra le prime sei nazioni industrializzate del mondo e, ripeto per l’ennesima volta, che la situazione di allora era infinitamente peggiore dell’attuale.

Come abbiamo fatto? Con la volontà e la capacità, aiutati, in questa operazione, perfino da coloro ai quali, durante il conflitto, avevamo sparato contro.

In concreto, visto che l’industria mondiale langue, cosa fare per ripartire? Si può, soltanto con le opere pubbliche su vasta scala:

nuove carceri, per permettere ai carcerati, che sempre esseri umani sono, di vivere un po’ più decentemente;

nuove scuole, riducendo gli organici impiegati, aumentando il numero degli studenti almeno a 25 unità per classe ( ai nostri tempi eravamo in 35 e siamo riusciti a venirne fuori);

rifinanziamento Istituto per le Case Popolari, in modo da creare lavoro e sollevare gli sfortunati, che non hanno la casa, dal pagamento di fitti stratosferici;

ricostituzione dell’I.R.I., affidata a gente esperta, non a quelli del passato;

un nuovo modello di Cassa per il Mezzogiorno, ma facendo attenzione a non far finire i quattrini nelle mani sbagliate.

Se messa in moto questa massa di opere, che porterebbe anche enorme lavoro all’indotto, il denaro circolerà, la gente pagherà le tasse, e la locomotiva Italia si rimetterà in moto, perché l’economia di una nazione si regge soltanto in base alla contribuzione dei cittadini.

Poi le tanto deprecate spese, della cui eliminazione nessuno vuol parlare, come per esempio, quelle relative:

al finanziamento dei partiti, che oggi si costituiscono soltanto per far quattrini;

alla soppressione di tutte (tutte) le Province e dei parlamenti regionali, dato che per la loro gestione ci sono già funzionari esperti, mentre per la parte politica dovrebbe interessarsi il Senato delle Regioni;

alla riduzione del 50% dei parlamentari e delle loro paghe;

all’abolizione del professionismo in politica, concedendo soltanto un paio di mandati ad ogni soggetto, perché non è giusto che individui che non hanno mai lavorato campino eternamente alle nostre spalle;

alla cancellazione di tutti gli Enti inutili, dei quali ce ne sono a bizzeffe;

alla Sanità  facendo pagare ai contribuenti singoli con reddito mensile superiore ai 5.000 € il medico di famiglia;

al potenziamento degli ospedali, decentrando quelle enormi strutture, in strutture limitrofe solo per la degenza post operatoria, perché gli ospedali centrali non ce la fanno più e debbono rimandare interventi urgenti per mancanza di spazio: altro che limitare i posti letto!

Io sono stanco di ripetere sempre le stesse cose, quindi  provate un po’ voi ad aggiungere altro, perché aggiungere si può. So, per esempio, che quando c’è la volontà, le possibilità non mancano.

Ma oggi, il governo delle larghe intese, sopportato a malavoglia  solo perché i  partiti tradizionali non sono pronti per nuove elezioni, va avanti soltanto per forza d’inerzia, in quanto incapace di prendere iniziative che vadano contro gli interessi di qualcuno degli intoccabili. È veramente una situazione critica e ridicola.

Sveglia, uomini e donne! 

Impegnatevi, al pensiero di quanto sarà bello riposare dopo aver ricostruito l’Italia;

svegliatevi e spazzate via tutti i simboli della vecchia nomenclatura, tenuta in piedi, tra contraddizioni e contrapposizioni erette soltanto in difesa dei propri interessi.

I nuovi Messia dovranno pensare soltanto al benessere degli Italiani e poi dell’Italia, senza parolacce o insulti inutili e perversi come chi li pronuncia.

Liberarsi al più presto di una classe dirigente che ha fallito e ripristinare il buon senso e la buona politica, dispensare diritti e ricominciare daccapo.

Solo un evento traumatico e rivoluzionario può comportare quel cambiamento generazionale, per portare linfa nuova alla Politica delle cose e non alla politica delle chiacchiere, alla Politica delle scelte importanti e utili a far ripartire un Paese in agonia.

E’ il momento di rifondare questo Paese su basi democratiche solidale (e non padronale).

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