Guerra civile a Kiev, 100 morti. L’Europa tratta, gli Usa: ‘Rispettare proteste’

ucraina manifestantiMaifestanti: ‘I feriti sono oltre 500’. Ministero: ‘In ostaggio 67 agenti’. Insorti riconquistano piazza

E’ ormai guerra civile a Kiev, dove i manifestanti quantificano in ‘100 i morti da questa mattina in Ucraina, e 500 i feriti’. Per il responsabile dei servizi medici dell’opposizione Sviatoslav Khanenko, “oltre 60 manifestanti sono stati uccisi. Tutti sono morti per colpi d’arma da fuoco”.

E’ molto difficile fare un bilancio delle vittime degli scontri perché la situazione è in continua evoluzione e le fonti sono diverse e talvolta contrastanti. I bilanci variano a seconda delle fonti  quello istituzionale parla di circa 40 vittime da martedì scorso, mentre fonti di stampa di 50 morti o anche oltre. Di certo la protesta ha lasciato dietro di sé decine di vittime, e la situazione è molto grave.

Fallita la tregua annunciata ieri sera dal presidente Viktor Ianukovich, la capitale ucraina da questa mattina è ripiombata nel caos e il palazzo che ospita il governo e il parlamento sono stati evacuati.

Per il ministero dell’Interno ucraino, sono 67 i poliziotti ucraini presi prigionieri e tenuti in ostaggio dai dimostranti di piazza Maidan. In precedenza si era parlato di una cinquantina di agenti catturati.

Mentre piazza Maidan brucia, c’è stato l’atteso incontro a Kiev tra Ianukovich ed i ministri degli Esteri tedesco, polacco e francese. Si dovrà aspettare comunque l’esito del summit del pomeriggio Bruxelles per sapere il prossimo passo dell’Ue. Con il crescendo delle violenze, quindi, la posizione del presidente diventa di ora in ora più delicata. Anche alla luce della presa di posizione della Nato che per voce del segretario generale dell’Allenaza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen ha invitato il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l’opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati. Da parte sua, Washington ha già preso provvedimenti. L’amministrazione Usa ha deciso di porre 20 alti funzionari ucraini, ritenuti responsabili di aver svolto un ruolo nelle violenze degli ultimi giorni a Kiev, in una ‘lista nera’ di persone non gradite negli Stati Uniti, a cui non viene rilasciato il visto di ingresso.

Oggi il presidente Ue Josè Manuel Barroso ha chiesto che si fermi subito la violenza in Ucraina, e si è appellato ai dimostranti  perché la protesta torni ad essere di natura pacifica.

La polizia ucraina in tutto questo invita gli abitanti di Kiev a restare a casa. “Nelle strade di Kiev ci sono persone armate con intenzioni aggressive” avverte il ministero.

Nel Consiglio straordinario Ue saranno discusse misure come “sanzioni sui visti, spero un embargo sulle armi e la questione degli assetti finanziari”. Ma nell’azione dell’Europa oltre alle sanzioni “va aggiunto un volano umanitario di sostegno e di accoglimento dei feriti e delle richieste che ci saranno fatte”.

Rispondendo a chi chiedeva se le sanzioni europee in discussione oggi dovranno colpire solo le autorità ucraine o anche gli oppositori autori degli atti più violenti in Ucraina Bonino ha poi detto: “Chi ha potere ha più responsabilità, questo è un principio che dovremmo far valere sempre”.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha poi avuto una conversazione telefonica con il presidente ucraino Viktor Ianukovich. Merkel ha condannato duramente la recente esplosione di violenza. ”Tutte le parti devono immediatamente prendere distanza dalle violenze e mettere in atto la tregua concordata. La responsabilità maggiore è dalla parte del governo”, ha detto Merkel. ”Solo un dialogo che porti a risultati veloci e concreti nella formazione del governo e nella riforma della costituzione offrirebbe la possibilità di una soluzione sostenibile del conflitto”. Merkel ha ribadito la disponibilità dell’Ue, della Germania e di altri partner al sostegno del dialogo. La cancelliera ha ”consigliato al presidente ucraino di accettare con urgenza questa offerta. Ogni perdita di tempo accenderebbe ulteriormente il conflitto, nascondendo rischi incalcolabili”.

Ma Mosca non ci sta. La minaccia di sanzioni personali contro le autorità ucraine da parte dell’Occidente è “un ricatto“, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov.

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