Golpe o Autogolpe in Turchia

Quando un golpe finisce col favorire il presidente in carica e si risolve in appena 5 ore dall’ avvio delle operazioni, cosiddette golpiste, viene facile pensare che si è trattato di un finto golpe che avrà come conseguenze arresti, destituzioni e una lotta senza quartiere alle opposizioni.

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Il finto golpe serviva a creare una situazione emergenziale per legittimare e giustificare la mattanza, che già sta avvenendo, di tutte le opposizioni al regime fintocratico di Erdogan.

Dopo il tentativo di colpo di Stato, arresti, destituzioni e la lotta alle opposizioni saranno giustificate da una situazione di emergenza: questo legittimerà la strategia dell’uomo solo al comando.

erdoganVenerdì notte lo “Stato Parallelo” tanto temuto dal presidente turco,  Erdoğan, è uscito per la prima volta allo scoperto dopo l’affare Ergenekon del 2007 cercando di rovesciare il governo di Binali Yildirim e mettere fine ai 14 anni di potere dell’Akp.

Un tentato colpo di Stato che porta alla luce una spaccatura interna all’esercito e indebolisce una delle istituzioni più importanti e rispettate della Turchia.

Questa vicenda, con questo epilogo, potrebbe addirittura favorire Erdoğan . Dopo questo episodio, arresti, destituzioni e accentramento del potere nelle sue mani saranno giustificate da una situazione di emergenza alla quale neanche l’esercito è riuscito a dare risposta. Per l’Occidente, però, la Turchia è oggi un partner meno affidabile.

La strategia di Erdogan: “Purghe nell’esercito, lotta alle opposizioni e accentramento del potere”
Gli arresti ci sono già stati, quasi tremila in meno di 24 ore, le condanne arriveranno e una parte dell’esercito dovrà essere ricostruita. Il primo obiettivo di Erdoğan e del governo Akp sarà quello di trovare e punire i responsabili di questo episodio.

Sarà avviato un ricambio interno alle forze armate, operazione già tentata in passato. Quello che è successo servirà sicuramente  da pretesto per silenziare anche gli oppositori politici e darà una forte accelerazione del processo di accentramento del potere tanto cercato dal leader turco dopo la sua nomina alla presidenza della Repubblica.

Il fatto che l’esercito, una delle parti più importanti e rispettate dello Stato turco, sia stata coinvolta in un affare così grande, mostrando debolezza e spaccatura tra i vertici e la base, non porta solo a gravi conseguenze dal punto di vista della sicurezza, in un contesto interno che vede la Turchia impegnata nella lotta al terrorismo del Pkk e dello Stato Islamico.

Questo autogolpe legittimerà la strategia di Erdoğan dell’uomo solo al comando, giustificando l’accentramento del potere nelle sue mani, unica figura capace di mantenere il Paese in una situazione di stabilità. Un epilogo del genere favorirà anche la sua guerra alle opposizioni.

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Tra queste ci sono anche i seguaci di Fethullah Gülen, predicatore ed ex alleato politico capace di influenzare alte sfere dello Stato, della magistratura, dell’esercito e del mondo intellettuale.

Poco dopo il fallito golpe, il Presidente ha subito puntato il dito contro il suo grande nemico, insinuando che questo attacco potrebbe essere stato orchestrato in Pennsylvania, dove il predicatore risiede. Un’accusa di cui Erdoğan potrebbe servirsi per combattere ancora più duramente le opposizioni interne.

I gulenisti influenzano parte della politica, della magistratura, della stampa e del mondo intellettuale turco e per questo sono già trattati dai vertici Akp come un’organizzazione terroristica. Il rischio, adesso, è checi sarà una vera caccia alle streghe che coinvolgerà tutte le opposizioni.

Quello di venerdì notte è stato un tentativo di golpe maldestro e mal organizzato, che non ha trovato l’appoggio delle opposizioni presenti nel Paese. Per questo motivo, l’azione di una parte dell’esercito non ha avuto successo.

Le opposizioni non hanno sostenuto l’operazione  e questo è tutto da capire.  Per quale motivo le opposizioni interne non hanno sostenuto il tentativo di golpe?  Sicuramente perché all’oscuro dell’evento, ed è mai pensabile che il golpe militare avrebbe agito senza un sostegno politico? E allora gatta ci cova il fallito golpe era un falso golpe e precisamente un autogolpe preparato e organizzato dallo stesso Ordegan, per i motivi sopra esposti.

L’unico rischio che corre Erdogan sono i rapporti con Ue. L’Europa dovrà valutare se la Turchia è ancora un partner affidabile.
Un tentato colpo di Stato, dopo le accuse di comportamento antidemocratico seguenti agli attacchi nei confronti di giornalisti, intellettuali e membri delle opposizioni, obbligherà Bruxelles a rivalutare i numerosi accordi stipulati o in fase di trattativa con Ankara.

I Paesi membri dovranno analizzare la situazione e capire se la Turchia è ancora oggi un partner affidabile. Personalmente, non credo che quello che è accaduto possa far naufragare accordi di tipo commerciale, legati alla situazione dei migranti e nemmeno quelli relativi ai visti per i cittadini turchi diretti in Europa. C’è da dire che, con un esercito così indebolito e da ricostruire, la sicurezza interna ne risentirà e con essa anche l’immagine del Paese agli occhi dei suoi partner.

Questo nuovo episodio rischia di frenare ulteriormente le trattative future, tra Ankara e Bruxelles soprattutto in campo militare e strategico. Molto dipenderà anche dalle prossime dichiarazioni delle parti in causa.

Se il Presidente continuerà a sostenere che il golpe è opera di forze esterne al Paese, con riferimento ai gulenisti e ai Paesi che possono appoggiarli, è certo che potrebbero nascere delle tensioni.

Se poi le voci sul visto negato dalla Germania al leader turco trovassero conferma, saremmo di fronte a una svolta. Non dimentichiamoci che il governo di Angela Merkel è il primo alleato di Ankara nell’Unione.

Mentre scrivo dell’autogolpe di Erdogan, ascolto in tv ch lo stesso  Fethullah Gülen che dichiara che Erdogan il colpo di stato se lo è fatto da solo per avere mano libera a soffocare ogni opposizione.

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