Expo: come funzionava il “sistema mazzette”

expo gate 1Interrogati due degli arrestati. Greganti prepara un memoriale. Maroni: «Renzi dia più poteri a Cantone»
Emergono verità sconcertanti sul “giro delle mazzette” collegate all’expo di Milano. Dopo gli arresti dei membri della “cupola degli appalti”, oggi i P.M. di Milano hanno iniziato gli interrogatori dei fermati: l’esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo, Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci Primo Greganti, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, il manager di Expo Angelo Paris e l’imprenditore Enrico Maltauro. Guarda il servizio
La difesa di Catozzo: «Sta chiarendo»
«Sta chiarendo», queste le uniche parole che provengono dalla difesa di Sergio Cattozzo, in una breve pausa dell’interrogatorio che si sta svolgendo al quarto piano del Palazzo di giustizia di Milano davanti al sostituto procuratore Antonio D’Alessio. Dalle sue dichiarazioni spunterebbe una vera e propria “contabilità” delle tangenti che l’intermediario ligure avrebbe tenuto per gli imprenditori della “cupola”. L’uomo «ha fatto un lavoro di lobbismo all’americana, procacciando lavori per le imprese in particolare private», tenendo dei fogli, in realtà post-it, che confermerebbero l’ammonatare delle tangenti.

Una triade a capo della cupola
Mentre Frigerio, il Greganti e Grillo, la triade che secondo gli inquirenti sarebbe a capo della “squadra” degli appalti, hanno respinto in modo compatto ogni addebito, negando le contestazioni mosse loro dai giudici milanesi, ulteriori ammissioni sono arrivate dagli altri arrestati Maltauro e Paris. I due hanno sostenuto di non far parte della “cupola”, contestando l’accusa di associazione per delinquere, ma Maltauro avrebbe confessato di aver versato denaro sia in contanti sia sotto forma di false consulenze, mentre Paris avrebbe parlato di «errori» assumendosi la responsabilità di aver «girato» alla «squadra» notizie riservate. La “cupola” degli appalti

Greganti: «Pronto un memoriale»
Si aggrava, invece, la posizione di Frigerio, Greganti e Grillo che mantengono la linea iniziale: niente mazzette, mai pilotato una gara, mai una interferenza illecita negli appalti. Intanto l’avvocato dell’ex funzionario del Pci, Roberto Macchia, afferma che Greganti sta preparando un «memoriale» per difendersi «dalle accuse, dalle contestazioni» presenti nell’inchiesta milanese, a causa della quale sta scontando «un’ingiusta detenzione». Il legale ha chiarito che il memoriale «sarà depositato prima o in contemporanea con l’interrogatorio» davanti ai sostituti procuratori di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Chi è Primo Greganti
Maroni: «Cantone abbia più potere»
Roberto Maroni esprime tutto il proprio sostegno alle forze dell’ordine e plaude alla scelta del premier di mettere Cantone come garante per la regolarità dell’expo, ma afferma «Credo che il presidente del Consiglio Renzi debba dare più poteri al presidente dell’Agenzia per l’Anticorruzione Raffaele Cantone. Questi dovrebbe avere i poteri del ministro dell’Interno e del presidente del Consiglio per avere un accesso diretto alle informazioni. In pratica – ha aggiunto – servirebbe una legge per avere un Articolo ‘118 ter’ del Codice di procedura penale».
Cantone: «Grillo parla senza sapere»
Ieri, infine, non si erano fatte attendere le parole di Beppe Grillo, che aveva prima attaccato l’Expo e poi Cantone. Immediata la risposta del commissario «Forse Beppe Grillo non sa cos’è l’Autorità anticorruzione. Perchè il compito dell’Autorità non è scoprire la corruzione. Non rispondo a uno che non sa neanche di cosa si sta parlando. La scoperta della corruzione la fanno i magistrati e i poliziotti, non l’Autorità»

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