La vitamina C è una preziosa “alleata” contro la cataratta. Un’alimentazione ricca di vitamina C può ridurre il rischio di cataratta del 30%.
Lo hanno scoperto i ricercatori del King’s College di Londra, con uno studio che dimostra per la prima volta come uno stile di vita sano possa contare addirittura più della genetica nella progressione di questa malattia.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Ophthalmology, ha preso in esame oltre 300 coppie di sorelle gemelle sessantenni, accomunate dallo stesso patrimonio genetico, proprio con l’obiettivo di svelare quanto conta il Dna rispetto allo stile di vita nello sviluppo di questa patologia (cataratta) legata all’invecchiamento, che porta ad una lenta opacizzazione del cristallino rischiando di compromettere la vista.
I ricercatori hanno valutato le abitudini alimentari di ciascuna signora, quantificando in particolare l’apporto di vitamine (A, B, C, D, E), rame, zinco e manganese. Poi ogni gemella è stata sottoposta ad un attento esame oculistico, per verificare il grado di trasparenza del cristallino, sia all’inizio dello studio che a distanza di 10 anni.
I risultati raccolti dimostrano che la vitamina C è una grande alleata della salute degli occhi: le donne che consumavano cibi ricchi di vitamina C all’inizio dello studio avevano un rischio di sviluppare la cataratta ridotto del 20% rispetto alle coetanee.
L’effetto si è rivelato addirittura più evidente dopo 10 anni: le signore che continuavano a seguire una dieta variegata ricca di vitamina C avevano un rischio di cataratta più basso addirittura del 33%. Nella progressione della malattia il Dna gioca un ruolo piuttosto importante, pesando per il 35%, mentre i fattori ambientali ed esterni (come ad esempio la dieta e lo stile di vita) arrivano a contare addirittura per il 65%.
«Non possiamo evitare l’invecchiamento – affermano gli autori dello studio – però possiamo ridurre gli altri fattori di rischio che favoriscono la cataratta, come il fumo e il diabete. Allo stesso modo, anche una dieta sana ed equilibrata, abbinata ad un corretto stile di vita, può ritardare l’insorgenza della malattia e rallentarne la progressione, riducendo il rischio di dover ricorrere all’intervento».
