Alzheimer:più supporto ai familiari,meno ricoveri.3

testalzheimerAlzheimer: 6 Mesi di supporto ai familiari, 40 per cento di ricoveri in meno.

 

 

 

In un programma-pilota a San Francisco-Bay, il supporto di operatori sanitari preparati, un assistente sociale, una linea di aiuto di 24 ore, un MedicAlert + braccialetto Safe Return a malati di demenza, assistenza sostitutiva di giorno o di sera, risultano di considerevole beneficio ai caregivers: in sei mesi visite mediche al pronto soccorso e ricoveri in ospedale sono dimininuiti del 40%. 

L’area di ricerca è significativa poiché vi risiedono anziani di etnie diverse (bianchi non-ispanici, bianco ispanici, asiatici, afro-americani… ), in condizioni economiche precarie, che vivono soli.

L’assistenza dei malati è prestata dagli stessi familiari, che devono impegnare tempo e perdono abilità nel gestire a propria volta i compiti quotidiani e quelle attività che sono considerate “protettive” dello stato cognitivo.

Qui i casi di demenza sono registrati in aumento del 61% tra il 2000 ed il 2030, nonostante la città si sia dotata di “Strategic Plan” per affrontare la demenza.Elisabeth Edgerly, PhD, Alzheimer’s Association Northern California and Northern Nevada, ha parlato di controlli delle abilità in 10 compiti (gestione dei problemi attuali del paziente nella memoria e nel comportamento, dei futuri problemi del paziente, delle frustrazioni, di come mantenere il paziente indipendente, ottenere risposte ai problemi dei pazienti, trovare gli uffici a cui rivolgersi per avere le risposte, trovare organizzazioni che forniscono servizi, ottenere risposte a domande sui servizi, organizzare in maniera indipendente i servizi, come pagare i servizi), di cui ben 7 significativamente migliorate.

I caregivers hanno dichiarato di sentirsi meglio, più capaci di gestire le preoccupazioni, di ottenere informazioni e servizi, e più tranquilli nell’affrontare le spese”, ha concluso Edgerly.

STEP BY STEP ACCANTO A CHI CONVIVE CON L’ALZHEIMER

Alzheimer’s Association e Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno presentato The Public Health Road Map for State and National Partnerships, 2013-2018 (nuova parte del programma del 2007The Healthy Brain Initiative: A National Public Health Road Map to Maintaining Cognitive Health), elaborata da280 esperti, che hanno individuato 30 punti di azione in 4 aree tematiche nei prossimi cinque anni.

La fornisce una guida per pianificare gli interventi. Innanzi tutto, si dovranno definire le necessità di caregivers e malati sul lavoro e nei rapporti coi datori di lavoro (esercitare la funzione cognitiva rallenta il declino, la sicurezza finanziaria “protegge” dall’angoscia) e dare sostegno statale e locale per evitare discriminazioni ai più deboli.

Seconda area d’intervento: sensibilizzare la Nazione (aiuti finanziari per la cura di partners, famiglie, persone nella fase iniziale della demenza, prima del declino delle funzioni, e strategie di crescita culturale sulla conoscenza della demenza, compreso AD, allo scopo sia di aumentare la coscienza che di ridurre lo “stigma” sociale, favorendo la diagnosi precoce. Terzo, collaborare allo sviluppo, integrazione, attuazione dei piani su AD, anche in previsione di invecchiamento e malattia cronica della popolazione. Infine, assicurarsi che l’assistenza sia aggiornata sulle nuove ricerche, migliori pratiche, sostenendo di continuo la preparazione degli operatori della Sanità in modo che siano competenti a riconoscere i primi segni di demenza, AD, ed indirizzare al meglio i pazienti ed i loro familiari.

 

Per la ricerca in Europa, AAIC 2013 ha conferito Lifetime Achievement Award alla scienziata italiana Laura Fratiglioni, Direttore del Centro di Ricerca Invecchiamento (ARC)Karolinska Institutet, Stoccolma.

 

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